[didascalia fornitore=”foto”]Facebook / Alessandro Ortolan[/didascalia]
Dylan, il labrador tetraplegico di Vibo Valentia è morto dopo solo due giorni dall’aver ricevuto un carrellino da Treviso, per muoversi nonostante la sua disabilità. ”Ora Dylan corre nelle praterie del paradiso”, hanno scritto i padroni per salutare il loro beniamino.
Dylan aveva 13 anni ed era malato da tempo, la sua storia aveva commosso mezza Italia tanto che l’associazione Carrellini disabili gli aveva regalato un carrellino personalizzato con cui lui ha potuto finalmente scorazzare per qualche ora, prima di lasciare questo mondo. Il dono era infatti arrivato sabato insieme al suo costruttore, ma lunedì pomeriggio Dylan è spirato.
Tonino Vitale, il suo padrone, ha subito un duro colpo dalla dipartita del suo amato cane, e a Tgcom24, che pure ha contribuito ad avverare il piccolo grande sogno di far muovere Dylan, ha dichiarato: “Ho perso purtroppo il mio grande amico”.
[facebook code=”https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1076171815872958&set=a.141047459385403.31685.100004404491986&type=3&theater”]
Vibo Valentia aveva ‘adottato’ simbolicamente il cane soprattutto dopo che la sua storia era rimbalzata sui social e persino in tv. Purtroppo del regalo che tanto lo ha fatto felice (e con lui anche la sua famiglia di umani) ha potuto godere troppo poco.
Tra i primi a dare la notizia via Facebook è stato Alessandro Ortolan, che aveva realizzato il carrellino personalizzato per Dylan, percorrendo in due giorni 2.500 chilometri da Treviso a Vibo Valentia per essere presente al momento della consegna.
[facebook code=”https://www.facebook.com/magoalessandro.ortolan/posts/1079116465578493″]
“L’ultima passeggiata… a testa alta! Ciao Dylan, un abbraccio Tonino”, ha scritto Ortolan commosso, e poi in un altro post si è lasciato andare a una considerazione che in tanti hanno condiviso:
[facebook code=”https://www.facebook.com/magoalessandro.ortolan/posts/1079123352244471″]
“Ci ho messo meno di 4 giorni dall’arrivo delle misure… Sono felice di esserci riuscito perché, un giorno in più, avrebbe fatto una enorme differenza e so, che sei stato felice anche tu e il tuo Papà, l’ho letto nei vostri occhi… Un giorno in più! Questo ci basta. Ciao, Ragazzo”.