Morirà la madre del toro che ha ucciso Victor Barrio, il torero ucciso lo scorso 10 luglio durante una corrida nell’arena di Teruel, in Aragona. La voce incontrollata, che si è diffusa prima sui social network poche ore dopo la tragica dipartita di Barrio, ha poi trovato eco anche sui media tradizionali, che riportano come la soppressione della vacca faccia parte della tradizione della corrida, e che tuttavia è sempre stata fonte di aspre polemiche, a maggior ragione oggi che questo antico spettacolo non gode più molte simpatie nemmeno in terra iberica.
La madre di Lorenzo, questo il nome del toro che ha ucciso il 29enne Barrio, deve essere soppressa poiché colpevole di avere generato un animale che ha incornato mortalmente, e come tale va dunque punita l’intera stirpe bovina per lavare l’onta. Un rituale che assomiglia molto alle vendette trasversali di metodo mafioso, e che invece si impasta di tradizione e superstizioni legate al mondo della tauromachia: inutile sottolineare come questo voler onorare l’antico rituale paia invece un’inutile crudeltà, dimenticando oltretutto che il toro ha incornato l’uomo solamente perché lo voleva morto, come ha sottolineato in un commento anche il fondatore di Sea Shepherd Paul Watson, interrogato sul tema. La soppressione riguarderà dunque tanto Lorenzo, il toro di quattro anni d’età e di 529 chili ‘colpevole’ della morte di Barrio, quanto i suoi genitori, generando oltretutto anche un danno economico agli allevatori, come se non bastassero i dubbi di natura etica, che si vedono così privati di tutti i capi di bestiame legati da un punto di vista familiare al toro che diede la fatale incornata.
Riguardo lo specifico accadimento, il quotidiano spagnolo El Pais afferma che la vacca che ha generato il toro Lorenzo sarebbe già stata soppressa qualche giorno prima della tragedia, a causa dell’età avanzata: in ogni caso le polemiche che notoriamente accompagnano questa sanguinosa tradizione, che non si era più ripetuta dal 1992 quando avvenne l’ultima uccisione di un uomo nell’arena, si sono ulteriormente amplificate attraverso il web e i social network, con petizioni e hastag su Twitter per fermare l’esecuzione, e vivaci dibattiti tra fazioni contrapposte. Che si sia favorevoli o meno alla corrida, non c’è dubbio che la morte di Victor Barrio sia stata una tragedia, per quanto facente parte dei rischi del mestiere che si è scelto: ma è davvero necessario scatenare un’ulteriore scia di sangue? Anche tra gli spagnoli amanti della corrida comincia a serpeggiare la questione di un rituale che non solo non ha nulla di umano, ma che non conserva nemmeno alcuna dimensione ‘spettacolare’, figlio solo di convinzioni superstiziose e arcaiche che andrebbero bandite una volta per tutte.
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