Avete mai sentito parlare di Victoria Woodhull? E’ stata la prima donna candidata alla presidenza degli USA. Ciò smentisce inequivocabilmente il fatto, ripetuto di continuo e in ogni dove ultimamente, che sia Hillary Clinton la prima candidata donna alla presidenza degli Stati Uniti. Non è quindi del tutto vero che la Clinton sta colmando un vuoto imperdonabile nella rappresentanza politica femminile in America. Ma chi è dunque Victoria Woodhull?
Victoria Claflin Woodhull, nata il 23 settembre 1838 (e morta nel 1927) è stata un’attivista americana dei diritti femminili, nonché, come detto poc’anzi, la prima donna candidata alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America.
Quinta di sette fratelli, dei suoi primi anni di vita si hanno poche informazioni: studiò in maniera discontinua, presso la scuola della chiesa metodista della cittadina di Omero. Da qui fu costretta ad allontanarsi, quando il mulino del padre fu incendiato in circostanze sospette. La sua famiglia, sfruttando le doti di chiaroveggenza della madre, costituì una compagnia itinerante di guaritori e chiaroveggenti.
Victoria si sposò giovanissima, aveva quindici anni quando si unì in matrimonio con il medico Canning Woodhull, dal quale ebbe due figli e che si rivelò ben presto un alcolista con numerose relazioni extraconiugali. Nel 1865 il loro matrimonio finì e Victoria sposò il colonnello James Harvey Blood, un ufficiale dell’esercito reduce della guerra di secessione. Durò dieci anni e in quel periodo l’uomo appoggiò i progetti di sua moglie che divenne una delle donne più celebri degli Stati Uniti.
Victoria, affascinata dai primi movimenti femminili e coinvolta dalla rivoluzione sociale e politica in atto, iniziò a instaurare importanti relazioni con i personaggi economicamente più influenti della città. Grazie anche all’appoggio del marito, conquistò il favore di Cornelius Vanderbilt, un uomo di rilievo, da poco rimasto vedovo. Nel 1869, con la collaborazione di Cornelius, Victoria e Tennessee (la sorella) aprirono la Woodhull, Claflin & Co., la prima società femminile di agenti di borsa di Wall Street.
Lo scetticismo e l’invidia iniziarono a crescere intorno alle due donne, troppo emancipate per l’epoca e la situazione peggiorò ulteriormente quando le due donne finanziarono la pubblicazione di un giornale settimanale, il Woodhull and Claflin Weekly, che si occupava di argomenti controversi come l’eguaglianza sessuale, l’amore libero, l’educazione sessuale, l’occupazione femminile e il diritto di voto.
Alla fine dell‘800, a causa delle sue idee politiche troppo avanzate e della sua apertura mentale eccessiva per l’epoca, ancora di impronta fortemente maschilista, venne accusata di essere una sorta di demonio. Ma riuscì, nonostante tutto, a essere scelta dall’Equal Rights Party per la corsa alla Casa Bianca: era il 10 maggio 1872.
Purtroppo non raccolse nemmeno un voto, anche perché metà della popolazione, quella femminile, non poteva ancora votare. Il diritto di voto fu riconosciuto alle donne soltanto nel 1920.
E come se non bastasse, il 3 novembre 1872, a pochi giorni dalle elezioni presidenziali, la Woodhull fu arrestata dalle autorità federali, insieme al marito e alla sorella, per un’inchiesta pubblicata sul suo giornale, in cui denunciava un caso di adulterio tra il reverendo Henry Ward Beecher e Elizabeth Tilton, moglie di un editore di New York.
Sei mesi dopo l’arresto la Woodhull venne rilasciata. Victoria non perse la sua tenacia e tentò di nuovo la corsa alla Casa Bianca, ripresentandosi nel 1884 e nel 1892, ma nuovamente senza successo. Negli anni a seguire si occupò di difendere i diritti delle donne, si ritirò a vita privata nel 1901, e morì il 9 giugno 1927.
Il bello è che dopo di Victoria Woodhull, c’è stata anche un’altra donna (sempre prima di Hillary Clinton) ad aver tentato la conquista della poltrona di Presidente degli Stati Uniti: si tratta di Belva Lockwood, che ci provò nel 1884.
In conclusione, se Hillary dovesse vincere le elezioni, diventerà la prima donna presidente degli Usa, tuttavia rimane il fatto che non è stata la prima candidata della storia statunitense.
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