TikTok, l’applicazione che è stata sviluppata da una società cinese di nome ByteDance, già in precedenza aveva destato dei timori per quanto riguarda la sicurezza, soprattutto in America.
In particolar modo, a destare timore è il fatto che potessero essere a rischio le informazioni dei vari utenti e che potessero in qualche modo essere veicolate in direzione Pechino.
La Commissione Ue invita ogni suo funzionario a rimuovere TikTok, l’applicazione sviluppata da una società cinese di nome ByteDance, da ogni dispositivo personale, qualora venisse utilizzato per lavoro, e aziendale. Thierry Breton, Commissario Europeo per il Mercato Interno, durante un incontro con la stampa ha detto:
“La Commissione europea è un’istituzione e come tale ha un forte focus sulla protezione della sicurezza informatica ed è su questo che abbiamo preso questa decisione. Siamo estremamente attenti a proteggere i nostri dati.”
TikTok, l’applicazione che, come sopracitato, è stata sviluppata da una società cinese di nome ByteDance, già in precedenza aveva destato dei timori per quanto riguarda la sicurezza, soprattutto in America. In particolar modo, a destare timore è il fatto che potessero essere a rischio le varie informazioni dei molteplici utenti e che potessero in qualche modo essere veicolate in direzione Pechino. L’applicazione è già stata vietata ai funzionari statunitensi che sono obbligati a rimuoverla dei propri dispositivi, così come per l’Olanda che sta valutando un divieto analogo. L’applicazione che è esplosa nell’anno 2018, è un social di video brevi e conta ad oggi più di 1 miliardo di utenti in tutto il mondo.
È da settimane che i riflettori dell’esecutivo europeo sono accesi sulla sicurezza dell’app cinese. Alcune ricostruzioni di stampa inoltre hanno parlato dell’utilizzo di questo social come strumento di spionaggio contro i giornalisti. Nel mese di gennaio Shou Zi Chew, ovvero l’amministratore delegato di TikTok, si è recato presso Bruxelles così da poter incontrare alcuni commissari europei. Tra questi era presente anche Didier Reynders, ovvero il commissario alla giustizia, che gli ha chiesto gentilmente di poter conformarsi alle classiche norme sulla privacy. In più aveva sottolineato:
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