Violenta la figlia di 9 anni da quando la piccola ne aveva 6 e la mette incinta, con la complicità della moglie che non ha mai denunciato gli abusi. Mario Mami Vilca, 43 anni, dalla provincia di Melgar, regione di Puno, in Perù, è in carcere dallo scorso ottobre con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di minori e ora rischia l’ergastolo. La vicenda aveva scosso non solo la comunità locale ma tutto il Paese: a prendersi carico della piccola, che ha partorito una bambina in una struttura protetta, è stato il ministero per le donne che sta seguendo anche il processo in Tribunale. Come spiega la stampa locale, la neonata sarà sottoposta all’esame del DNA per confermare la paternità del nonno-orco che si è proclamato innocente. “In questo modo potremo chiedere subito l’ergastolo”, ha confermato la ministra Ana María Choquehuanca ad AmericaTV.
Vilca, soprannominato “il Mostro” dalla stampa locale, è ora chiuso nel carcere di La Capilla de Juliaca, così come la moglie, accusata di complicità e a cui è stata tolta la patria potestà della bambina: la donna avrebbe taciuto per anni le violenze sulla figlia per proteggere il marito, tornato a casa dopo 4 anni di prigione per omicidio, pena decisa per aver ucciso un vicino nel corso di una lite.
A salvare la piccola dall’inferno in cui era piombata è stata, ironia del destino, la gravidanza: portata in ospedale perché non stava bene, alla prima visita i medici si sono accorti che era incinta di 24 settimane, facendo così scattare per lei il ricovero immediato e le conseguenti indagini che hanno portato all’arresto dell’uomo lo scorso ottobre.
Lo staff medico dell’ospedale Hipolito Unanue si è preso cura di lei e l’ha aiutata a partorire: pochi giorni fa ha dato alla luce una femminuccia, con parto cesareo vista la sua tenera età.
Le indagini hanno ricostruito l’inferno in cui ha vissuto la bambina: gli abusi erano iniziati quando aveva solo 6 anni, andando avanti tra minacce, botte e il silenzio complice della madre, finché non è rimasta incinta.
Per l’uomo ora si apre la fase del processo con il rischio di non uscire più dal carcere, visto che si sarebbe macchiato di uno dei reati più gravi elencati nell’articolo 173 del codice penale, cioè la violazione sessuale del minore: nel suo caso, visto che la vittima ha un’età inferiore a dieci anni, la pena prevista è l’ergastolo.
La figlia è ora ospitata presso la struttura Virgen de la Candelaria a Puno, dove riceverà la protezione e le cure di cui ha bisogno. “Mamma e figlia avranno tutta la nostra attenzione – ha confermato la ministra Choquehuanca – e riceveranno assistenza legale e psicologica fino a quando ne avranno bisogno”.
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