La violenza sessuale sarebbe avvenuta al Policlino Umberto I di Roma, secondo il gip il quadro indiziario è “Grave e consistente”.
Era stata indotta con l’inganno seguire il 55enne in una stanza buia con l’inganno, la cui porta era poi stata chiusa a chiave dall’interno. Adesso per l’infermiere è arrivata l’ordinanza di custodia cautelare. La violenza sessuale sarebbe avvenuta lo scorso ottobre.
Roma, violenza sessuale all’Umberto I: chiusa in una stanza buia con l’inganno
L’ordine di custodia cautelare è stato emesso dal gip Marisa Mosetti, che con l’ordinanza ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di un infermiere. L’uomo, 55 anni, è un infermiere del Policlinico universitario Umberto I di Roma, e al momento è accusato di violenza sessuale aggravata, oltre che lesioni personali aggravate.
La vittima degli abusi è una studentessa, tirocinante proprio presso l’Umberto I. I fatti risalgono allo scorso ottobre, quando la giovane era stata pare attratta con l’inganno dall’uomo in una stanza, prima di rimanere chiusa a chiave da sola insieme al 55enne.
Pare inoltre che l’uomo, infermiere della struttura, ricoprisse – secondo quanto riportato dal procuratore – una figura professionale di riferimento per il tirocinio che stava svolgendo la studentessa. Con l’inganno il 55enne aveva dunque fatto credere alla vittima delle violenze di dover somministrare una terapia a un paziente, in una stanza isolata. Successivamente, secondo quanto si apprende dalla ricostruzione, l’infermiere si è fatto seguire nella stanza e ha chiuso la porta a chiave, consumando la violenza.
Gip: elevata pericolosità della condotta
Secondo il giudice, le dichiarazioni della vittima possono essere apprezzate come attendibili. La ricostruzione infatti, anche da parte dei testimoni – diversi infermieri, che si trovavano in reparto quella notte – che hanno fornito la loro versione dei fatti, è sembrata concordare con quella della “persona offesa”.
Una condotta di elevatissima pericolosità, secondo il giudice, che non parla solamente del grave livello di aggressione “alla libertà della vittima” ma anche per il luogo della violenza. Luogo, ma anche modalità, anche se a destare preoccupazione è la condotta tenuta dall’indagato. Si legge nell’ordinanza infatti che la convinzione dell’infermiere di 55 anni fosse quella di potere rimanere indenne da qualsiasi conseguenza.
Queste le motivazioni da parte del gip di disporre l’ordinanza di misura cautelare, mentre si sottolinea come le condotte dell’infermiere abbiano fatto temere che questi episodi di violenza potrebbero essere reiterati, comprendendo anche altri luoghi oltre a quello del posto di lavoro. Considerando soprattutto come l’indagato abbia violato i doveri della propria funzione professionale.