Chissà se Virginia Raggi sta pensando “chi me l’ha fatto fare”. Di certo i primi mesi da sindaco di Roma si sono rivelati ancora più caldi del previsto. La Raggi è stata da subito accerchiata dai nemici e dal fuoco amico.
Il primo sindaco donna della Capitale sta affrontando grosse difficoltà, a partire dalle nomine di una giunta che ha tardato a formarsi per arrivare alle ultime polemiche sulle indagini in corso sull’assessore Muraro.
Tutti questi episodi hanno creato malcontento all’interno dello stesso Movimento 5 Stelle. Ma non solo: la gestione degli affari romani è stata al momento così grossolana e disastrosa che perfino il Fatto Quotidiano, il giornale più diffuso fra gli elettori del Movimento 5 Stelle, ha voltato le spalle alla neo sindaca e ogni giorno spara a palle incatenate contro di lei rischiando di scontentare i propri lettori.
Ripercorriamo in ordine sparso tutti i passi falsi del sindaco, pardon, della sindaca Virginia Raggi.
Lo sudio Previti
Virginia Raggi è un’avvocata e ha svolto la pratica legale presso lo studio Previti dal 2003 al 2006. Questa informazione non è comparsa sul suo CV e molti hanno storto il naso quando ne sono venuti a conoscenza.
Le nomine degli assessori
Durante la campagna elettorale aveva promesso che gli assessori sarebbero stati nominati subito. E invece no: solo in pochi sono stati ufficializzati subito. Per la presentazione ufficiale della giunta Raggi si è dovuti arrivare al 7 luglio, giorno della prima seduta del nuovo Consiglio Comunale. Nulla imponeva al neo sindaco di anticipare i tempi, sia chiaro, ma i ritardi sono la dimostrazione che qualcosa non andava.
La penale da 150 mila euro
La spina più grossa sembrava essere il contratto suicida che avrebbero dovuto firmare gli assessori: il decalogo con il codice etico, quello che se sgarri paghi 150mila euro di multa. La Raggi, nel giorno della proclamazione a sindaco, ha negato: “Il codice vale solo per i consiglieri eletti. Era stata inserita questa possibilità perché all’inizio si pensava che alcuni consiglieri potessero diventare assessori, ma questa eventualità non si è verificata. Comunque gli assessori ne sono orgogliosi e lo rispetteranno, e siamo felici di essere la prima e unica forza politica che si dota di un codice etico”.
Polemiche su Lo Cicero
A suscitare polemiche ci hanno pensato anche gli assessori in pectore nei primissimi giorni dopo la nomina della neo sindaca, come l’ex campione di rugby Andrea Lo Cicero, che sembrava destinato all’assessorato alla Qualità della Vita, all’Accessibilità e alle Politiche Giovanili. Prima per una frase contro i rom e per una vecchia battuta contro i gay. “Le protezioni per le spalle? Roba da frocetti”, la frase incriminata. Pronte le scuse: “Frocetti è un intercalare che si usa tra compagni di squadra. Chiedo scusa se qualcuno si è offeso. Parole dette dieci anni fa, senza offesa per nessuno. Se devo essere condannato per una parola non farò l’assessore. Omofobia è altra cosa. Omofobia significa perseguitare e io non sono omofobo. Sono favorevole alle unioni civili. Da assessore celebrerei tranquillamente un matrimonio omosessuale”. Lo Cicero, già marchiato come razzista e omofobo, è stato poi accusato di aver aggredito una giornalista.
Rischio fuoco amico, scontento per Marra
Polemiche anche sulle altre nomine. Come quella di Raffaele Marra, ex della Finanza che, secondo i piani del sindaco, doveva avere potere di firma sugli atti di spesa esterni. Un ruolo importante per un politico considerato troppo trasversale (vicino a Gianni Alemanno e ad Arturo Parisi, fondatore dell’Ulivo). Roberta Lombardi in merito ha detto: “Ho conosciuto il dottor Marra ieri. Ora capiremo se è stata una nomina ponderata, ci sarà un approfondimento”.
Daniele Frongia, il fidanzato (?) Capo del Gabinetto
Il mini direttorio romano non vedeva di buon occhio la nomina di Daniele Frongia, consigliere uscente, al ruolo di Capo di Gabinetto. Insomma, la Raggi ha rischiato di dover far fronte al fuoco amico. E al gossip: perché secondo alcune riviste e indiscrezioni Frongia e la Raggi avrebbero una relazione amorosa. Se fosse vero, sarebbe una botta tremenda per l’ex marito che le aveva dedicato una lettera strappalacrime dopo l’elezione.
Raggi stroncata da Tronca
A complicare le cose per la Raggi ci ha pensato l’ex Commissario Straordinario Paolo Tronca che, proprio nelle settimane a cavallo delle elezioni, ha firmato delle delibere per inserire altri milioni di debiti fuori bilancio. Insomma, le casse del Campidoglio sono ancora più vuote.
La morte di Bud Spencer
La Raggi ha commemorato Bud Spencer con questo tweet: “Grazie alle persone come #BudSpencer il bene vince sempre sul male”. Immediata l’ironia sui social che l’hanno massacrata, accostandola addirittura a Silvio Berlusconi dei tempi de “l’amore vince sempre sull’odio”. Per non parlare della parodia della pagina Facebook “Virginia Raggi in ‘Gli Occhi del Cuore’”, che la accosta ai personaggi della serie tv di Boris per il modo di parlare enfatico.
Polemiche con il mini direttorio
Virginia Raggi è l’esecutrice del programma del Movimento 5 Stelle. Per i detrattori si tratta di un sindaco sotto tutela, privata della minima libertà d’azione. Per i fan è una persona fedele agli ideali politici del Movimento. Grillo, Di Maio e Di Battista sono affaccendati in affari di rilievo nazionale e non hanno il tempo per dedicarsi alle vicende romane, per questo la tutela di Virginia Raggi è stata affidata a un mini direttorio.
Roberta Lombardi, collega-rivale di partito della Raggi ed ex membro del direttorio romano è stata allontanata da Grillo dopo alcune polemiche con Virginia Raggi.
Le due esponenti grilline non sono riuscite a mettersi d’accordo sulla nomina del capo di gabinetto: la Raggi sosteneva Daniele Frongia e Raffaele Marra come vice. Alla fine l’ha spuntata la Raggi e Roberta Lombardi ha lasciato l’incarico a Roma.
Le gufate (?) di Paola Taverna
Alcuni parlamentari giurano di aver sentito l’esponente 5 Stelle Paola Taverna gufare contro Virginia Raggi: “Prima cade e meglio è… vedrai vedrai… che casini verranno fuori”. La polemica ha tenuto banco per un paio di giorni, poi Paola Taverna ha tagliato corto smentendo e minacciando querele contro la stampa.
Dimissioni pesanti
Il capo di gabinetto Carla Raineri e l’assessore al Bilancio Marcello Minenna hanno rassegnato le dimissioni dopo un parere richiesto da Virginia Raggi a Raffaele Cantone, super magistrato anti corruzione. Il fatto bizzarro è che il parere sia stato chiesto dopo le nomine e non prima.
La nomina di Paola Muraro
L’assessore all’Ambiente del Comune di Roma Paola Muraro è indagata dallo scorso aprile per abuso d’ufficio e violazioni di norme sull’ambiente. La Muraro stessa ne ha avuto notizia il 18 luglio, quando ha richiesto personalmente un certificato penale presso la Procura. La sindaca Virginia Raggi ne è stata subito informata, e nonostante ciò ha deciso di affidare l’incarico alla Muraro. La Raggi afferma anche di avere informato per tempo il direttorio romano, che però smentisce.