Dopo la questione rifiuti e la polemica sull’assessora Muraro, Virginia Raggi è al centro di un’altra bufera. Questa volta è il programma della giunta M5S per Roma a essere preso di mira: il documento con cui la sindaca si prepara a governare a città sarebbe frutto di un copia-incolla da altri vecchi programmi presi dal web. A scrivere del presunto saccheggio è Tommaso Labate sul Corriere della Sera che riprende quanto scoperto da Tommaso Martelli, candidato al consiglio comunale capitolino con la Lista Marchini ed esperto di comunicazione e tecnologia. La Raggi avrebbe copiato interi brani del documento programmatico prendendoli da programmi di partiti, come i Verdi di Pecoraro Scanio, ma anche da enti pubblici quali l’Anci e il Coni, o privati come l’Agenda Digitale. Gli accostamenti tra i brani in questione lasciano pochi dubbi: qualche piccola modifica, giusto un termine o due, e il gioco è fatto. Difficile sostenere che non si tratti di copia-incolla: dal Campidoglio non arriva al momento alcuna smentita, anche se inizia a filtrare qualche chiarimento.
IL PIANO PROGRAMMATICO DELLA GIUNTA M5S PRESENTATO DA VIRGINIA RAGGI PER ROMA [PDF]
Tutto è successo nell’arco di 48 ore. Il 1° di agosto sul sito del comune di Roma viene pubblicato il discorso programmatico della Raggi davanti all’assemblea capitolina, con le linee guida approvate il 21 luglio dalla giunta. In meno di due giorni, il Corriere pubblica l’articolo sul copia-incolla, riprendendo le scoperte di Martelli, fatte grazie a Google: è bastato copiare-incollare sul motore di ricerca brani del programma per scoprirne l’origine.
Il primo brano copiato dalla Raggi riguarda il punto 4 sulla “Tutela diritti degli animali e biodiversità” del capitolo 6 delle linee guida, ripreso parola per parola da una vecchia conferenza programmatica dei Verdi, epoca di Pecoraro Scanio, ancora scaricabile da internet. Queste sono le parole del programma della giunta M5S per Roma:
“Roma Capitale è portatrice di una visione biocentrica che si oppone all’antropocentrismo specista che nella cultura occidentale ha trovato la sua massima espressione“.
Queste, invece, quelle usate nella conferenza dei Verdi:
“Siamo portatori di una visione del mondo biocentrica che si oppone all’antropocentrismo che nella cultura occidentale ha trovato la massima espressione (…). Oggi, alla difesa di questi diritti (…) si aggiunge la lotta con lo specismo“.
Giusto qualche aggiustamento, ma i termini e soprattutto il concetto (e quindi il programma) è identico.
L’altro passaggio contestato si trova a pagina 26 del programma della Raggi, il punto 8.2.1 del capitolo “Roma Semplice“, dedicato alla semplificazione e alla digitalizzazione del comune. Qui si legge:
“E d’altra parte, il rischio di evitare, perdurando le attuali gravi carenze sulle competenze digitali è quello di uno sviluppo digitale che non migliora ma anzi peggiora le condizioni della popolazione. In termini di partecipazione democratica, di esercizio di cittadinanza, di costi dei servizi, di uguaglianza“.
Peccato che siano (più o meno) le stesse parole usate nell’articolo a firma di Nello Iacono e pubblicato il 4 luglio su Agenda Digitale in occasione degli Stati Generali dell’Innovazione. Eccole:
“E d’altra parte, il rischio di evitare, perdurando le attuali gravi carenze sulle competenze digitali, è di uno sviluppo digitale che non migliora e addirittura peggiora le condizioni della popolazione, in termini di partecipazione democratica, di esercizio di cittadinanza, di costi dei servizi“.
Sempre in questo capitolo, al punto 8.2.2 un altro brano copiato. Il programma della Raggi recita:
“L’amministrazione è chiamata alla definizione di una politica industriale del territorio, individuando i settori strategici sui quali realizzare specifiche azioni di abilitazione“.
Stessi termini usati nell’articolo di Agenda Digitale:
“L’amministrazione è chiamata, nel suo ambito, alla definizione di una politica industriale del territorio, individuando i settori strategici sui quali realizzare specifiche azioni di abilitazione“.
E ancora: pagina 28, punto 8.4.2 del programma Raggi:
“Pensare al futuro della città presuppone avere il coraggio di mettere in discussione i modelli di governance obsoleti per affermare soluzioni innovative che affrontino le tematiche cardine“.
Ecco cosa si legge sul sito degli Stati Generali dell’Innovazione, in un articolo del 26 settembre 2012 sul progetto “Roma Smart City”:
“Pensare al futuro delle città presuppone avere il coraggio di mettere in discussione i modelli di governance obsoleti per affermare soluzioni innovative che affrontino le tematiche cardine: la qualità della vita, il diritto al lavoro, lo sviluppo sostenibile, l’inclusione dei più deboli“.
Per di più, scrive Labate sul Corriere, “pezzi del capitolo sulla ‘Smart city’ sono stati ‘presi in prestito’ da articoli, saggi o proposte già presenti sulla Rete e l’incipit del capitolo sullo sport risulta copiato dall’articolo 1 di un recente protocollo d’intesa sottoscritto dall’Anci e dal Coni. Anche in questo caso, con qualche piccolo aggiustamento“.
Come Melania Trump?
La tecnica del copia-incolla ha già fatto scalpore a livello mondiale dopo il discorso di Melania Trump alla convention del repubblicani, in cui la moglie del tycoon candidato alla presidenza aveva ripreso pari pari passi del discorso di Michelle Obama alla convention dei democratici del 2008, quando fu Barack Obama a essere eletto.
IL DISCORSO DI MELANIA TRUMP COPIATO DA QUELLO DI MICHELLE OBAMA
Dal Campidoglio al momento non è arrivata alcuna smentita ma qualche chiarimento sì. In particolare è stata Flavia Marzano, assessora all’Innovazione della giunta Raggi, a intervenire su Twitter, ricordando che le frasi copiate da Agenda Digitale sono linee programmatiche degli Stati Generali dell’Innovazione di cui lei è stata presidente.
Un’autocitazione, insomma, di cui la Marzano sottolinea la coerenza per aver inserito in un piano politico programmatico le idee sostenute da anni.
Per il resto, aspettiamo la replica della sindaca: che il biglietto da visita politico della prima donna del M5S a guidare la Capitale sia mezzo copiato non è un bell’inizio.
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