Virginia Raggi in netto calo di popolarità sul web a meno di un anno dalla sua elezione a sindaco di Roma. L’analisi effettuata da Reputation Manager, principale istituto italiano nell’analisi e misurazione della reputazione online, non lascia dubbi: da quando si è insediata in Campidoglio i commenti negativi sono cresciuti dal 20 al 48%, mentre quelli positivi sono passati dall’80 al 54%. I motivi sono diversi e riguardano gli scandali che hanno investito la giunta romana, a partire dall’arresto di Raffaele Marra e l’avviso di garanzia a Virginia Raggi a seguito anche della vicenda di Salvatore Romeo ma non solo. A colpire in negativo sono state anche alcune decisioni prese della sindaca, come la vicenda dell’albero di Natale e l’ordinanza sui botti di Capodanno.
L’analisi ha coperto un interno anno, dal gennaio 2016 al gennaio 2017 e si basa sui contenuti generati dagli utenti su diversi canali online, da post/commenti ad articoli, ai blog e Facebook. Lo studio fotografa la percezione degli utenti sul tema e ciò che viene maggiormente discusso in Rete, in due diversi archi temporali, prima o dopo l’elezione a sindaco di Virginia Raggi, concentrandosi in particolare sugli eventuali cambiamenti avvenuti dopo la consegna dell’avviso di garanzia.
La fotografia che ne esce è molto penalizzante per la sindaca che ha perso la palma di paladina del web. La prima cittadina di Roma ha avuto picchi di popolarità altissimi nel periodo gennaio-giugno 2016, quindi tutto il semestre che ha preceduto l’elezione a sindaco, quando online la percezione era positiva in 8 casi su 10 (80% contro il 20% negativo).
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Nei sei mesi successivi all’elezione (da giugno 2016 a gennaio 2017), i commenti negativi sono diventati quasi la metà, arrivando al 48%, dato che, fa notare Reputation Manager, è ancora in crescita: i commenti positivi sono in netto calo, fermandosi al 52% con una perdita di oltre 25 punti percentuali.
L’elezione a sindaco non ha pagato in termini di popolarità se, come rileva lo studio, le conversazioni online con contenuti negativi sono più che raddoppiate in sei mesi, passando dal 20 al 48%. Prima delle elezioni le conversazioni sui canali social erano il 36% del totale, con un 5% di negatività: una volta eletta, sono salite al 56%, con le negatività passate al 35%. Stesso trend per le principali testate giornalistiche online, che hanno visto aumentare i commenti negativi alle news, passati dal 24% della campagna elettorale al 57% del dopo elezioni.
Le cause sono diverse. Di certo hanno avuto un peso importante le vicende legate alla composizione della giunta, a partire dal caso Muraro fino ad arrivare all’arresto per corruzione di Marra e la consegna di un avviso di garanzia alla stessa sindaca, indagata anche per la vicenda Romeo.
A questo si aggiungono alcune decisioni che hanno scatenato non poche polemiche, come la decorazione “al risparmio” dell’albero di Natale, o l’ordinanza in cui si vietavano i botti di Capodanno: in entrambi i casi, il malcontento dei romani l’aveva spinta a fare un passo indietro, rimettendo mano alla sua decisione.
Quello che però ha maggiormente danneggiato la reputazione di Virginia Raggi sul web è stato l‘avviso di garanzia e il caso Marra. Prima del 24 gennaio 2017 infatti gli argomenti relativi alla sindaca di Roma erano diversi e spaziavano dalle Olimpiadi, al Referendum Costituzionale, fino alle ordinanze e la formazione delle giunta: da quella data gli argomenti si sono focalizzati sui fratelli Marra e sulla richiesta di dimissioni.
Centrale è però un aspetto di cui la stessa sindaca, come rappresentante del M5S dovrebbe essere consapevole: il web non dimentica. A dirlo è Andrea Barchiesi, fondatore e amministratore delegato di Reputation Manager. “Virginia Raggi è riuscita a entusiasmare il popolo della Rete in fase di campagna elettorale, in quella che possiamo definire una fase di dichiarazioni d’intenti, salvo poi perdere i ‘crediti’ maturati in termini di fiducia e reputazione quando ha iniziato a svolgere il ruolo di sindaco”, ha spiegato Barchiesti.
“In questo cambiamento di tendenza, ha certamente influito un elemento fondamentale, cioè che la Rete non dimentica. Può riemergere una dichiarazione, una e-mail o un tweet di qualche tempo prima che contrasta con un’azione o una dichiarazione di oggi, prosegue Barchiesi. È il caso, ultimo in ordine cronologico, della presa di posizione del sindaco in favore dei taxisti in occasione delle recenti agitazioni, in netto contrasto con posizioni del movimento di due anni prima”, conclude.