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Sul virus Zika è allarme a livello mondiale. Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di convocare una riunione di emergenza. Ha specificato che il livello di allerta è molto alto, perché il virus si sta diffondendo inesorabilmente. L’idea è quella di riunirsi anche per mettere a punto dei consigli da rispettare a livello internazionale e per stabilire le misure da prendere nei Paesi colpiti. L’OMS è preoccupata per la rapida diffusione del virus, soprattutto nelle Americhe.
L’allerta a livello mondiale
La Francia ha raccomandato alle donne in gravidanza di rimandare i viaggi nei Paesi a rischio, prendendo la minaccia molto sul serio. Il ministro Francese Marisol Touraine ha esortato a rinviare i viaggi in Martinica, Guyana e territori d’Oltremare. Il presidente del Brasile ha fatto sapere che è prevista in Uruguay una riunione, alla quale parteciperanno vari ministri della Sanità degli Stati dell’America Latina, per decidere quali provvedimenti adottare per contrastare il virus Zika. Al vertice dei Paesi del Sud America parteciperanno in particolare quelli che fanno parte del mercato comune del Mercosur. Si tratta di Argentina, Brasile, Venezuela, Paraguay e Uruguay.
Diversi casi in Europa
Sono stati registrati 4 casi in Italia. Si tratta di italiani che sono stati in Brasile e che sono stati trattati presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma. Uno degli italiani contagiati ha ricevuto assistenza a Firenze. I medici rassicurano che attualmente i pazienti stanno bene. I casi in questione, infatti, risalgono alla primavera del 2015 e non avevano relazione con donne in gravidanza.
Anche in Gran Bretagna è arrivato il virus Zika, riscontrato in 3 persone rientrate in patria dopo essere state in Sud America e ai Caraibi. Le autorità sanitarie hanno spiegato che i 3 britannici hanno contratto l’infezione attraverso punture di insetto. Hanno però specificato che questo virus, collegato alla nascita di bambini con la microcefalia, non si trova in forma naturale nelle isole britanniche. In Ecuador sono stati confermati 17 casi.
La minaccia in Sud America
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Questo microrganismo, isolato per la prima volta in Africa nel 1947, ha scatenato il panico in tutto il Sud America, e in particolare in Colombia, dove si registra una vera e propria epidemia. E’ trasmesso dalle zanzare e, anche se non ha un esito letale, è molto pericoloso per le donne incinte: se la gestante viene colpita da questo virus, il figlio potrebbe nascere con gravi malformazioni, come, ad esempio, la microcefalia, ovvero con la testa di dimensioni minori rispetto alla normalità e il cervello meno sviluppato.
Il governo colombiano, trovandosi in una situazione di grande difficoltà, ha fatto un appello, chiedendo a tutte le coppie di evitare il concepimento per 6 mesi. Ci sono stati già 13.000 casi identificati e le autorità pensano che la patologia possa colpire sempre di più, fino ad interessare 650.000 persone. Le ipotesi non sono affatto ottimistiche. Negli Stati Uniti è stato sconsigliato alle donne in gravidanza di recarsi presso le nazioni del Sud America. Il New York Times ha riportato un caso di microcefalia che interessa un neonato statunitense: la madre, prima del parto, era stata in Brasile.
Il governo italiano non ha preso posizione, anche se resta vivamente sconsigliato alle donne in gestazione di recarsi in Sud America. Non esistono trattamenti antivirali per la malattia causata dal virus Zika. L’unica soluzione è costituita dal riposo e da farmaci analgesici e antipiretici. I soggetti colpiti, per evitare il diffondersi dell’infezione, dovrebbero restare in isolamento.