Nel 2018 è iniziato il calvario di Aldo Z., pensionato di Alessandria, che ora vive in una casa di riposo ed è ancora in attesa di una protesi per la gamba che gli è stata amputata.
Per i continui rinvii, la visita è slittata di oltre un anno, fino a quando non si è resa necessaria l’amputazione dell’arto. Se avesse potuto, Aldo avrebbe prenotato le visite privatamente, ma l’attesa e le lunghe chiamate al centralino del Cup lo hanno reso invalido al cento per cento.
Il calvario di Aldo
Un dolore al piede, è iniziato tutto così, con un fastidio che diventava sempre più insistente, fino a quando Aldo Z., ex rappresentante di assicurazioni in Liguria, non ha deciso di affidarsi al servizio sanitario pubblico per prenotare una visita. Un appuntamento che gli è stato fissato per sei mesi dopo, poi quei sei mesi sono diventati un anno e quell’attesa ha finito per cambiare completamente il corso delle cose.
La sua fortuna, come lui stesso racconta a Repubblica, è stato un attacco di cuore, che ha “costretto” il personale medico a occuparsi di lui. Una volta ricoverato per i problemi cardiaci, è emersa la gravità della sua situazione. Prima l’amputazione di due dita del piede, poi della gamba. La setticemia era ormai diventata una necrosi e l’amputazione l’unica strada percorribile.
“Potevano tagliare sopra o sotto il ginocchio, hanno preferito tagliare sopra perché costa meno”
ha raccontato l’uomo.
Il Tribunale per i diritti del malato si è occupato di Aldo, e dopo l’amputazione è riuscito a inserirlo in una casa di riposo. L’anziano viveva ad Alessandria, in una casa immersa nel verde ma piena di barriere architettoniche e da solo non sarebbe più riuscito a vivere. Così è stato collocato in una Rsa, ma la speranza è quella che un avvocato prenda in carico il suo caso e gli renda almeno un po’ di giustizia.
Ora è in attesa di una protesi, per cercare di riconquistare un po’ di autonomia perduta. “Non sono più niente, eppure mi arrangio. Riesco persino a muovermi: ho imparato a saltellare sull’altra gamba” ha raccontato Aldo, in un misto di dolore e rassegnazione che racconta tutto il dramma dei tagli alla sanità che tranciano (in questo caso letteralmente) le persone.