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Categories: Curiosità

Vita da gigolò, Roy racconta la sua esperienza

Abbiamo deciso di rivolgerci ad un professionista in grado di raccontare cosa significhi davvero intraprendere la carriera di gigolò. Roberto, in arte Roy, ci ha raccontato la sua esperienza e ha fatto piazza pulita di tutti i luoghi comuni che avevamo in materia. Roy Dolce è stato anche intervistato dalla iena Sabrina Nobile per un problema fiscale: l’Agenzia delle Entrate gli ha contestato di non avere mai pagato le tasse e gli ha recapitato una cartella esattoriale shock. Roy, dal suo canto, sostiene di voler pagare le tasse ma di non poterlo fare perché in Italia non esiste un inquadramento fiscale per chi esercita la professione di gigolò. Ecco il video dell’intervista.

Quando hai capito che questo era il lavoro giusto per te?
Non c’è stato un momento preciso in cui ho deciso di fare l’accompagnatore. La mia storia nasce nel mondo della notte. Sono stato ragazzo immagine, spogliarellista. Per un certo periodo di tempo mi sono appoggiato ad un’agenzia, poi ho deciso che mi muovevo meglio da solo e si guadagnava di più. La vita che faccio ora è arrivata piano piano. Sono state le donne che mi hanno proposto determinati servizi e fare l’accompagnatore è stata una conseguenza naturale. Ricordo che per un certo periodo di tempo venivo ingaggiato insieme ad un amico da due ragazze di Rimini che volevano semplicemente la nostra compagnia per andare in discoteca o a cena e farsi vedere al fianco di un bel ragazzo. Venivamo chiamati spesso, almeno due volte al mese per tutto il week end. A volte ci sorprendevano e ci mandavano a prendere da una limousine che ci accompagnava nella località dove loro ci aspettavano. In quel periodo cominciai a pensare che quello poteva diventare un lavoro vero e proprio. Feci fare ad un webmaster un sito internet e cominciai da subito a pubblicizzarmi e a offrire compagnia in cambio di denaro. All’inizio fu per me un salto nel vuoto. Ricordo che andai alla cineteca della mia città, all’epoca internet era agli esordi e YouTube ancora non esisteva. Mi feci procurare tutti i film e i libri che trattavano di gigolò e così cominciò la mia avventura. Ben presto, dopo qualche anno, dovetti rinunciare al lavoro che svolgevo durante il giorno. Capii da subito che la vita di gigolò avrebbe assorbito tutte le mie energie. E’ stato amore a prima vista, avevo trovato la mia strada e la mia nuova professione è diventata presto la mia ragione di vita.

Cosa c’è scritto sulla tua carta d’identità alla voce “professione”?
Attualmente sulla carta d’identità c’è scritto ancora rappresentate, il mio lavoro precedente. Beh, in effetti se ci pensi non è sbagliato come termine perché io vendo Roy, me stesso. Quindi sono il rappresentate del mio prodotto, della mia azienda. Ma scherzi a parte non so cosa ci farò scrivere all’anagrafe quando andrò a fare il rinnovo. Sarà divertente discuterne con l’impiegata dell’ufficio in Comune. Nella mia città tutti sanno cosa faccio anche se non ne parla nessuno direttamente con me. Soprattutto le donne. Gli uomini invece qualche battuta me la fanno, ma io sono un po’ schivo e nella mia vita privata preferisco non parlare del mio lavoro. Sono un lupo solitario.

Qual è la “donna tipo” che richiede il tuo servizio
Oggi è difficile parlare di una sola categoria di donne che mi chiamano. Forse verrebbe spontaneo pensare ad una donna ricca, sulla quarantina, sposata, viziata, annoiata e un po’ “porca”. Credo che la maggior delle persone a questa domanda risponderebbe descrivendo una donna così. Ma la realtà è totalmente diversa. Non ho praticamente mai incontrato questo tipo di cliente che probabilmente esiste solo nell’immaginario collettivo o nei film. La donna che si rivolge a me spazia dai 25 ai 50 anni, con piccole differenze per difetto o eccesso. Di solito sono donne che si trovano in un momento di difficoltà e hanno bisogno di aiuto. Sì, di aiuto, non di sesso come si potrebbe pensare. Si sentono sole, dimenticate, non capite, poco femminili. Hanno bisogno di un uomo che le sappia ascoltare, le faccia sognare per una sera. Hanno necessità di sfogarsi, parlare, raccontare. Si liberano con me dei macigni che le affliggono. Matrimoni al capolinea, difficoltà col sesso, ma anche semplice compagnia di un uomo che dopo non chiede nulla. Ci sono donne sole per scelta che magari devono andare ad un matrimonio in famiglia e pur di non sentire la solita frase “quand’è che trovi il tuo amore?”, pagano me per non dover affrontare la curiosità dei parenti.
Donne che non hanno nessuna esperienza sessuale e non trovano uomini adatti ad aiutarle, casalinghe disperate, prigioniere delle loro responsabilità, di mariti egoisti e figli logoranti. Le mie donne cercano un appiglio. Con me trovano il coraggio di voltare pagina, andare avanti. Sono la loro isola di benessere. Impossibile quindi metterle tutte insieme in una categoria, ognuna di loro ha una propria storia e una motivazione particolare che l’ha spinta a rivolgersi ad un accompagnatore. Forse c’è un unico filo conduttore che le unisce: la solitudine. Anche se spesso non è reale ma percepita rimane comunque un serio motivo di sofferenza per tantissime donne. C’è da interrogarsi molto su questo argomento e sul perché di questa realtà.

Sono molte le donne sposate che ti chiamano?
Le donne sposate sono circa il 50% delle mie clienti.

Qual è stata la cliente più giovane e quale la meno giovane?
Sono stato chiamato da una giovanissima modella qualche tempo fa, doveva compiere 20 anni. Quando sono uscito con lei subito pensavo si trattasse di uno scherzo, fra noi due lei sembrava la escort e io il cliente. E’ stato divertente sentirmi dall’altra parte della barricata per una sera. La più anziana invece è stata una poetessa ultrasettantenne. Sono andato a pranzo con lei, fra l’altro fu molto generosa e oltre a pagarmi profumatamente prima di congedarci mi portò anche in una pasticceria per acquistare una torta da portare a casa a mia madre. Una donna intelligente e molto simpatica. Voleva io la andassi a prendere sotto casa e farsi vedere da figlie e generi. Le dava gusto vedere le loro facce stupite mentre lei scendeva al braccio di un bell’uomo per andare a pranzo. Rideva pensando a cosa avrebbero detto alle sue spalle e in effetti ci guardavano tutti, anche al ristorante, eravamo una coppia curiosa.

Cosa pensano della tua professione i tuoi amici e familiari?
La mia famiglia e i miei amici sanno cosa faccio, ma non ne parliamo direttamente. C’è una specie di velo di omertà intorno alla mia figura. E’ come se tutti mi stessero a distanza di sicurezza. Non mi giudicano, non chiedono, ma non ne parlano neppure. Io vivo nell’entroterra marchigiano, qui la gente non è molto loquace e si bada all’essenziale. Famiglia e lavoro e ognuno si fa i fatti propri. Anche la mia famiglia è così. Ognuno di noi ha la propria attività e quando ci troviamo a tavola siamo piuttosto silenziosi. Ci rispettiamo e nessuno di noi si intromette più di tanto nella vita dell’altro. Il rapporto più profondo ce l’ho con mia madre. Abbiamo una grande sintonia, lei mi capisce anche con uno sguardo e il nostro amore e affetto si percepisce anche nel silenzio. Non so se lei approvi o meno la mia scelta di vita, una cosa è certa, non me l’hai mai fatta pesare.

E’ mai capitato che una cliente si innamorasse di te?
L’innamoramento delle clienti è una costante, credo che succeda ad una su due. Ma non fraintendermi, non prenderla come una presunzione da parte mia. Devi pensare che io interpreto l’uomo perfetto per queste donne. Quando esco con loro in poche ore io do il massimo. Sono paziente, affettuoso, comprensivo. La donna che esce con me ha la mia parte migliore. Parto avvantaggiato, anche perché chi esce con me mi ha già scelto, è come se mi aprisse il proprio cuore. L’infatuazione o innamoramento è quindi una conseguenza quasi logica. Diverso sarebbe se queste donne mi vivessero nel mio quotidiano dove credo di avere gli stessi difetti dell’uomo comune. Anch’io potrei diventare un marito distratto o un compagno annoiato e assente. Roy invece è l’uomo dei sogni, quel sogno che svanisce all’arrivo del giorno come c’è scritto sul mio sito roygigolo.com. E’ bello innamorarsi di un sogno, molte mi pagano proprio per questo.

E tu ti sei mai innamorato di una cliente?
Non ho il tempo di innamorarmi. Mi innamoro di tutte e di nessuna. Con molte mie clienti sto benissimo e io per le poche ore in cui siamo insieme le amo nel vero senso della parola, ma quando salgo in macchina e riparto per me finisce tutto, Roy si spegne e torno ad essere Roberto. Del resto chi mi paga vuole un uomo ad ore, non una storia d’amore vera e proprio. Il denaro mette un confine chiaro, netto e invalicabile. L’amore vero nasce per strada e nella vita di tutti i giorni. Non credo incontrerò la donna della mia vita fra le mie clienti. Devo ammettere che non credo però di avere la capacità di innamorarmi, sono troppo preso dal mio lavoro che appaga il mio bisogno di affetto e amore. L’adrenalina data da tanti nuovi incontri è insostituibile, non so se mi vedrò mai in una vita normale, sempre con la stessa donna. Credo di non essere portato per una vita così. Io amo tutte le sconosciute che devo ancora incontrare.

Qual è la richiesta più strana che ti è mai stata fatta?
Credo che in assoluto la richiesta più strana che ho ricevuto la racconto nel mio libro “Un’immagine allo specchio – Storie di un gigolò”. Mi chiamò una donna che fin dai primi approcci era molto strana. Dovevo andare a farle un massaggio. Mi chiese di non indossare biancheria intima, ma solo una tuta da ginnastica. Mi disse che mi avrebbe aspettata nuda in una stanza e che io sarei dovuto entrare senza parlare, procedere al massaggio e poi avemmo fatto sesso. Durante il nostro incontro però mi accorsi che non eravamo soli, nella stanza accanto la nostra da una porta socchiusa ci osservava un ragazzo molto giovane che si stava toccando. Penso si trattasse del figlio di questa donna. Fu per me un’esperienza scioccante e me ne andai via subito. Pur facendo l’escort non amo le cose “strane”. Sono un uomo abbastanza classico e ti dirò che quando mi capita di andare con delle coppie le donne hanno sempre un ruolo passivo, non sono le protagoniste. Loro si fanno “scopare” da me per accontentare le fantasie dei propri compagni e spesso quando le bacio e incrocio i loro sguardi ci leggo vergogna e tristezza perché in fondo non è ciò che cercano. Le donne sono spesso vittime delle fantasie perverse maschili, molte di loro amerebbero fare l’amore in modo più dolce e classico. Raramente dico di no ad una richiesta, ma quando mi capitano donne che vogliono fare maratone, che sono volgari, che mi chiedono le mie dimensioni, che sono aggressive e sfrontate io le scoraggio da subito e invito a rivolgersi ad altri. Io rimango sempre soggetto nel mio lavoro, non sono un oggetto come le mie colleghe donne. Chi esce con me è meglio sappia da subito che l’uomo lo faccio io. Una vera donna ha bisogno di questo, non di un cicisbeo falso e accondiscendente. Io sono me stesso con le mie clienti, credo sia uno dei motivi del mio successo.

Quali sono le tre caratteristiche irrinunciabili che un professionista deve avere?
Siamo in un momento di grande crisi economica e tanti uomini si vorrebbero improvvisare gigolò. Le ragioni sono evidenti, farsi pagare per andare a letto con una donna è il sogno segreto di qualsiasi uomo. Cosa si potrebbe desiderare di più bello? Ma non è così facile. Tutti i giorni ricevo telefonate o email di ragazzi che si sono iscritti a qualche portale e ci provano. Rimangono però ben presto delusi perché le uniche telefonate che arrivano sono quelle degli uomini. Già, perchè purtroppo il 90 per cento dei gigolò che trovi in rete lavora con i gay. Il rimanente 10% dice di lavorare con le donne. Bisogna però distinguere fra quelli che fanno un lavoro normale e a tempo perso quando capita l’occasione fanno gli escort e quei pochissimi che invece vivono solo grazie alle donne che li pagano. La realtà è che la maggior parte di chi esce con le donne guadagna molto poco, essere un gigolò è per molti un hobby o un secondo lavoro, a volte addirittura un modo furbetto per “beccare” qualche donna sprovveduta. In questo caso non si parla quindi di professionisti ma di molti che “ci provano”. Le donne che pagano un uomo sono pochissime e molto difficili da intercettare. Io dedico al mio sito e al mio lavoro tantissime energie. Non basta curarsi, essere in forma fisicamente. Un gigolò deve conoscere il mondo femminile, la psicologia delle donne. E’ un percorso lungo e tortuoso, solo anni di esperienza ti insegnano determinate cose. Non si può insegnare questo mestiere, devi avere il talento per fare star bene una donna. E’ come dipingere un quadro o scrivere poesie, puoi insegnare le tecniche di base ma poi emergono solo i migliori. Ho scritto tante volte sul mio sito di fare molta attenzione alla scelta del gigolò. Ci sono molti ragazzi che mettono le loro foto online, scopiazzano qua e la qualche testo o frase e poi si definiscono professionisti. Uscire con uno qualsiasi può essere un rischio, ci vuole prudenza nella scelta.

Parliamo di soldi: quanto può fruttare una serata?
Non amo molto parlare di soldi. Le mie clienti mi fanno dei regali, a volte anche molto generosi. Ti basti sapere che io faccio solo questo di lavoro e non ho intezione di fermarmi e fare dell’altro, almeno non a breve. Sono soddisfatto e anche se siamo in un momento difficile a livello economico io continuo a lavorare con una certa regolarità. Io opero sia nel settore del lusso, che è l’unico che non risente particolarmente degli sbalzi di mercato, ma sono anche impegnato a livello “sociale”. Chi mi chiama spesso ha un imminente bisogno di me, sono una di quelle spese che non si possono rimandare, come il medico o lo psicologo. Quando ne hai bisogno non badi a spese.

Hai mai avuto noie legali per via del tuo lavoro?
Sì, ho avuto qualche piccola disavventura, ma nulla di serio o preoccupante. Te ne posso raccontare una abbastanza divertente, anche perché è stata per me a lieto fine. Circa un anno fa mi chiamano i carabinieri di una città del nord. Mi convocano in caserma per un interrogatorio, mi dissero che ero stato denunciato da una donna per violenza sessuale. Figuriamoci… io forse potrei accusare qualche donna di violenza sessuale, ma il contrario è talmente lontano dalla realtà che andai all’interrogatorio assolutamente tranquillo. Subito non riuscivo a capire chi mi potesse aver denunciato e per quanto mi sforzassi a ricordare arrivai all’interrogatorio assolutamente ignaro di chi potesse essere la pazza che mi accusava. Furono i carabinieri a darmi le risposte che cercavo. Ero uscito per qualche tempo con una coppia di agricoltori per fare sesso in tre. Il marito di questa coppia amava guardare la propria donna con un altro e ti assicuro che anche a lei la cosa non dispiaceva affatto. I carabinieri si sono molto divertiti nell’ascoltare il racconto dettagliato di ciò che avveniva nel motel in cui ci incontravamo. La signora e io abbiamo passato in rassegna tutte le posizioni del kamasutra sotto la supervisione del marito e mai, durante nessuna di queste maratone io ho avuto l’impressione che alla signora la cosa non piacesse, anzi… non voleva mai io andassi via, non ne aveva mai abbastanza, tornavo sempre a casa distrutto. Alla fine i carabinieri, che fra l’altro si erano già informati sul mio conto alla caserma della mia città, si sono fatti quattro risate, mi hanno dato una pacca sulla spalla e detto che un po’ mi invidiavano. Credo che quella donna mi avesse denunciato per fare un dispetto al marito, è stata un po’ una scocciatura perdere una giornata per questa vicenda, ma fortunatamente non ha avuto nessuna ulteriore conseguenza.

maurodi

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