Vitalizio politici condannati, abolito alla Camera: chi non lo prenderà più?

Si è svolta la riunione tra i componenti degli uffici di presidenza di Camera e Senato per votare la proposta di abolire i vitalizi per i parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi. La votazione è stata decisa dopo una petizione che ha portato a raccogliere circa mezzo milione di firme. Hanno votato a favore PD, SEL, Scelta Civica, Fratelli d’Italia e Lega Nord. Quest’ultimo partito, tuttavia, non ha considerato particolarmente forti le misure contenute nel testo di legge. Hanno deciso di non partecipare al voto i membri di Forza Italia, Movimento 5 Stelle e AP. Gli esponenti di Nuovo Centrodestra e UdC, però, sono rimasti in aula.

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I rappresentanti di Forza italia erano favorevoli all’abolizione, ma chiedevano una legge. Forza Italia si è dichiarata favorevole alla sospensione dei vitalizi per i condannati per reati gravi, ma ritiene che il tutto debba corrispondere ad una misura importante e per questo vorrebbe che alla fine si predisponessero tutte le condizioni perché il provvedimento risulti efficace. Al Senato, comunque, il voto entro la stessa giornata è a rischio.

La delibera

Le misure contenute nella delibera, secondo ciò che è stato stabilito, entreranno in vigore il 60esimo giorno successivo alla data della sua approvazione. Nel frattempo la Camera ha detto di essere pronta a svolgere degli accertamenti, che andranno caso per caso. In particolare si dovrà verificare se esistano le condizioni previste dalla delibera. Nel testo è stato anche specificato che le norme non sono retroattive. Infatti è stato scritto che la cessazione dei vitalizi decorre dal momento dell’entrata in vigore della delibera.

Le reazioni

Secondo Laura Boldrini, l’approvazione di questo provvedimento a Montecitorio può essere interpretata come un segnale di forte moralizzazione. La stessa Boldrini e Pietro Grasso avevano sottolineato la necessità di giungere quanto prima ad una decisione e avevano accolto una delegazione di Libera e Gruppo Abele, che hanno preso l’impegno di raccogliere le 500.000 firme. Sia il Presidente della Camera che quello del Senato hanno ribadito che, per abolire questi vitalizi, non è necessaria una legge.

In ogni caso, su questa posizione, non tutte le forze parlamentari si sono ritenute concordanti. In particolare Beppe Grillo ha organizzato un sit-in, che ha radunato i rappresentanti del Movimento 5 Stelle a Piazza Montecitorio e ha avuto occasione di ribadire che i grillini non voteranno la legge fatta dal PD per togliere i vitalizi, perché ci sarebbe un inghippo.

Chi si salva e chi no

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Le nuove regole sui vitalizi dei parlamentari condannati in via definitiva riescono a stabilire un criterio piuttosto netto, che divide in due parti. Se da un lato ci sono alcuni parlamentari condannati, ma la cui pena non arriva ad essere abbastanza per far perdere loro l’assegno, dall’altro ce ne sono alcuni, che si possono considerare sfortunati, perché la sentenza a cui sono stati sottoposti diventa sufficiente per far perdere loro il vitalizio. E se perdono l’assegno Arnaldo Forlani, Cesare Previti, Totò Cuffaro, Marcello Dell’Utri e perfino Silvio Berlusconi, si salvano Domenico Nania, Roberto Maroni, Claudio Martelli, Gianni De Michelis, Renato Farina, Giorgio La Malfa e Paolo Pillitteri.

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