Questa sera è stato assassinato Vittorio Boiocchi capo ultrà dell’Inter. L’uomo aveva 69 anni e il suo ritorno dopo il carcere aveva creato scompiglio a quanto pare.
Ovviamente le indagini sono in corso e non ci sono ancora informazioni concrete in merito a questo omicidio a sangue freddo. Un’esecuzione vecchio stile a Milano, nel quartiere Figino, mentre l’ultrà stava rientrando a casa. Gli elementi che emergono dal suo passato, come riporta la Gazzetta dello Sport, potrebbero ipotizzare un vecchio attrito. Ma potrebbe anche essere che il suo ritorno dopo il carcere abbia rotto equilibri e affari consolidati. Spetterà alle autorità competenti fare chiarezza e la scientifica è all’opera per non lasciare nulla al caso.
Per i tifosi dell’Inter Boiocchi è un’istituzione e fa parte da moltissimi anni della curva e della famiglia ultrà. Il suo è un nome di spicco già dagli anni 80′ e non è di certo un personaggio sconosciuto. Un uomo che è stato legato ad attività poco raccomandabili in passato.
Ha raggiunto le dieci condanne e ha scontato ben 26 anni di carcere. Le accuse a suo carico erano di traffico internazionale di stupefacenti, estorsione e sequestro di persone.
Ha scontato la pena ed è tornato nella sua amata curva, dove nel corso degli anni d’oro aveva conquistato un potere enorme, e questo è emerso dalle intercettazioni che lo hanno poi fatto condannare nuovamente nel 2021 ma agli arresti domiciliari.
Già, perché dopo essere tornato in libertà, nel 2019 è tornato a gestire la zona del Meazza. Si è anche scontrato inizialmente con chi ha storto il naso per il suo rientro ma ha ripreso il comando. Le registrazioni parlano chiaro, un consistente giro di denaro ruotava intorno allo stadio e riusciva anche a guadagnare 80.000 euro al mese.
La cimice è stata installata nella sua auto e insieme al suo socio, si apprende dalle autorità, che discutevano della paura di essere intercettati col cellulare. Ma anche di quanto provasse nostalgia della criminalità vecchio stile.
Vittorio Boiocchi era davvero un grande appassionato dell’Inter e proprio poco prima della partita è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco. Il 69enne è stato colpito alla testa e al torace e è stato subito soccorso dai passanti che hanno chiamato i sanitari.
La corsa all’ospedale non è servita e le ferite riportate non hanno lasciato possibilità di intervento ulteriore. La squadra mobile e la polizia scientifica stanno indagando in merito alla vicenda.
I tifosi dell’Inter hanno tolto gli striscioni non appena appresa la notizia e a metà partita hanno lasciato la curva Nord. La squadra guidata da Marco Calì sta vagliando ogni ipotesi per arrivare all’assassino.
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