E’ morto all’età di 87 anni Vittorio Sermonti, scrittore, regista ma soprattutto uno dei più grandi esperti di Dante Alighieri. A lui, infatti, il merito di aver fatto conoscere al grande pubblico l’opera del Sommo Poeta, di cui aveva riscoperto la dimensione orale, attraverso letture pubbliche e alla radio. Poeta, saggista, attore, Sermonti è stato anche docente di italiano e latino al liceo Tasso di Roma, nonché insegnante di tecnica del verso all’Accademia di Arte Drammatica. Lo scrittore lascia la moglie, Ludovica Ripa di Meana, poetessa con cui era sposato dal 1992, e tre figli – Maria, Anna e Pietro (attore noto soprattutto per aver prestato il volto a Guido Zanin nella celebre serie Un medico in famiglia) – avuti dalla prima moglie, Samaritana Rattazzi.
Vittorio Sermonti è morto a Roma, all’ospedale Sandro Pertini, dove era ricoverato per l’aggravarsi dei suoi problemi di salute. Qualche giorno fa, infatti, lo scrittore aveva annunciato, con un tweet, un periodo di riposo dai tanti impegni, ma, scriveva rivolto ai suoi lettori ‘i vostri commenti mi faranno compagnia’.
Cari amici, mi prendo qualche giorno di riposo. I vostri commenti mi faranno compagnia.
— Vittorio Sermonti (@VSermonti) 21 novembre 2016
Nato a Roma nel 1929, Vittorio Sermonti è stato uno degli intellettuali italiani più versatili del XX secolo: drammaturgo, critico, saggista, traduttore e scrittore, ha firmato, durante la sua lunga carriera, oltre centoventi regie per la radio, lavorando con alcuni degli attori più famosi del passato, da Carmelo Bene a Vittorio Gassman.
Appassionato di politica e di cultura mitteleuropea (negli anni Cinquanta militò per un breve periodo nel Pci e visse, per diversi anni, tra Brema e Praga), ha scritto numerosi romanzi e racconti, tra i quali La bambina Europa (1954), Giorni travestiti da giorni (1960) e Il tempo fra cane e lupo (1980). Con la sua ultima opera, Se avessero, pubblicata a marzo di quest’anno da Garzanti – un romanzo autobiografico in cui racconta se stesso ma anche un pezzo dell’Italia del Dopoguerra – Sermonti è stato tra i 5 finalisti al Premio Strega 2016.
Cultore di musica – ha scritto, tra l’altro, anche di Mozart, Metastasio, Petrolini e Strindberg – Vittorio Sermonti era noto in particolare per la ‘venerazione’ che aveva di Dante: del Sommo Poeta aveva più volte sottolineato quanto fosse attuale, ‘perché viveva in una società molto più simile alla nostra che a quella dei nostri nonni e usava una lingua popolare rivolgendosi al popolo con la stessa spregiudicatezza e la stessa ironia che si ritrova nei giovani d’oggi’. Allo scrittore romano va il merito di aver scoperto la dimensione orale dell’opera dantesca trasformata in opera popolare grazie alle numerose letture che, fin dagli anni Novanta, era solito tenere su Dante.
Le sue performance letterarie erano una sorta di traduzione dei versi danteschi, declinati sotto forma di racconto e offerti al grande pubblico in maniera semplice ma mai banale. Alla passione per Dante Sermonti dedicò non solo numerosissime letture pubbliche, ma anche una serie di ‘racconti televisivi’ – registrati, tra l’87 e il ’92 per Rai 3, con il titolo di La Commedia di Dante, raccontata e letta da V.S – e tre volumi sotto forma di racconto critico: L’Inferno di Dante (1988), Il Purgatorio di Dante (1990) e Il Paradiso di Dante (1992).
Non solo al Sommo Poeta, Vittorio Sermonti dedicò diverse letture anche all’Eneide di Virgilio e alle Metamorfosi di Ovidio.
Pur non essendo mai stato insignito di alcuna laura ad honorem (come lui stesso ha precisato in calce alla sua biografia), Sermonti è stato membro dell’Accademia Virgiliana di Mantova, membro d’onore della Dante Alighieri di Parigi e cittadino onorario di Ravenna e di Palermo.