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Vivian Maier in mostra in Italia per la prima volta: il Museo d’Arte Provinciale di Nuoro ospita, fino al 18 ottobre 2015, gli scatti, nascosti per oltre mezzo secolo, di una fotografa di grande talento scoperta però solo pochi anni fa. E’ Vivian Maier, di professione baby sitter, che trascorse più di cinquant’anni a fotografare la vita di Chicago e di New York, senza mai mostrare al pubblico il frutto del suo lavoro. Un archivio sterminato, scoperto nel 2007, che racconta la storia di una delle fotografe considerate oggi tra le più grandi del Novecento. Un patrimonio artistico immenso che, grazie alla mostra ‘Vivian Maier – Street Photographer‘, sta attraversando, dopo gli Stati Uniti, tutta l’Europa.
Gli scatti di Vivian Maier, la ‘bambinaia‘ di New York, arrivano per la prima volta in Italia, protagonisti di una mostra straordinaria allestita al Museo d’Arte Provinciale di Nuoro. Qui, fino al 18 ottobre prossimo, saranno a disposizione dei visitatori oltre cento immagini, una decina di filmati ed una serie inedita di provini realizzati per le strade di Chicago e di New York, tra i primi anni Cinquanta e la fine degli anni Sessanta.
A servizio delle famiglie benestanti dell’Upper Class newyorkese, Vivian Maier (1926-2009) trascorse buona parte della sua esistenza ad immortalare la vita per le strade delle grandi metropoli americane. I suoi scatti però, che custodivano, racchiusi in un rullino, stralci della quotidianità urbana del Nuovo Mondo, non furono mai esposti al pubblico. Al contrario, la Maier custodiva il suo enorme archivio – oltre 150mila negativi, un’infinità di pellicole, filmati, registrazioni e appunti di vario genere – con grande gelosia e riservatezza finché, abbandonato in un magazzino prima e messo all’asta dopo, il prezioso materiale finì nelle mani di un giornalista, John Maloof che, ignaro del contenuto, comprò il ‘tesoro’ per poche centinaia di dollari. L’intento di Maloof era quello di scrivere un libro sulla città di Chicago ma avendo poco materiale iconografico a disposizione comprò all’asta – e totalmente ‘al buio’ – una cassa appartenuta, si diceva, ad una donna appassionata di fotografia.
Scoprendo il patrimonio fotografico accumulato dalla Maier negli anni, il giornalista americano iniziò immediatamente una sorta di attività di divulgazione dell’opera della baby sitter newyorkese, sulla scia della quale si inserisce la mostra che, come dicevamo, sta affascinando l’Europa e non solo.
Vivian Maier scattò le sue foto soprattutto nel tempo libero, catturando con l’obiettivo ciò che improvvisamente le si presentava davanti. Prediligeva soggetti come strade e persone, soprattutto quelle anonime, sconosciuti con cui entrava, attraverso i suoi scatti, brevemente in contatto rendendoli protagonisti inconsapevoli di storie di vita quotidiana.
Un’arte scoperta in ritardo quella di Vivian Maier, una donna la cui storia, insolita ed affascinante, sembra perfetta per un romanzo esistenziale. Ma, al di là del racconto biografico ciò che colpisce di questa artista sono, ovviamente, le sue immagini, attraverso le quali si svelano gli aspetti più diversi delle grandi metropoli americane degli anni Cinquanta che, con abilità di inquadramento e di composizione, la Maier ha reso immortali, tenendo sempre fede allo sguardo ed al proprio spirito critico.
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