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Si apre la Settimana della Moda a Milano, e gli animalisti tornano a farsi sentire per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle torture che tanti animali subiscono negli allevamenti che servono grandi marchi del settore: martedì 22 settembre, durante la Vogue Fashion Night che ha aperto ufficialmente gli eventi del capoluogo lombardo, è andato in scena un blitz del gruppo ‘Cani Sciolti’, che ha esposto striscioni e cartelli informativi in cui non mancavano nemmeno foto esplicative su quanto accade negli allevamenti. Un tema, quello dei diritti degli animali allevati per rifornire il settore abbigliamento, che raramente finisce sulle prime pagine dei giornali, e in genere solo quando qualche enorme scandalo travolge marchi famosi, come accaduto ad Hermès alcuni mesi fa.
Mentre la folla affollava le vetrine delle vie dello shopping milanese, adornate per una serata all’insegna del glamour e del divertimento, una trentina di attivisti si è dedicata ad attività di controinformazione davanti alle vetrine delle griffe, sottolineando come certi marchi uccidono animali per profitto, e di come gli animali subiscono torture e morti atroci per soddisfare le esigenze della clientela. Nonostante siano in crescita i numeri delle aziende, oltre che dei consumatori, che hanno compiuto delle scelte etiche utilizzando per confezionare i loro abiti materiali animal free, sono ancora tanti che scelgono ancora pelli, piume e qualsiasi altra parte organica di animali per le loro linee di abbigliamento.
Per questo motivo il blitz degli animalisti si è concluso con una lettera aperta agli stilisti affinché decidano di schierarsi definitivamente dalla parte degli animali e dell’ambiente e di compiere una scelta netta e senza ripensamenti rifiutando l’utilizzo di parti animali, senza contare che le concerie sono aziende inquinanti dall’alto impatto ambientale, sotengono ancora gli attivisti, che hanno rilasciato tutte le info del caso ai passanti che si sono fermati ad ascoltarli. Spiega un portavoce del movimento Cani Sciolti: ‘Chiediamo che la moda si rinnovi gli stilisti si rendano conto di quanto sia anacronistico macellare animali per il lusso e che con giuste strategie di marketing e di design del prodotto non perderebbero certo il loro mercato continuando a proporre status symbol ma senza crudeltà, i loro diktat di moda sarebbero poi seguiti anche da stilisti minori e produttori. I consumatori hanno poi la responsabilità di scegliere capi e accessori cruelty free e boicottare tutto ciò che comporta la morte di esseri viventi‘.