Ursula von der Leyen ha tenuto il discorso finale del Consiglio Ue in merito alla crisi energetica portando anche l’attenzione sul rapporto tra Unione europea e Cina. La presidente della Commissione europea ha evidenziato tensioni in crescita e la volontà di tenere un occhio vigile verso l’operato di Xi Jinping.
La presidentessa ha volutamente messo un focus sui rapporti con la Cina e sui possibili sviluppi futuri ma anche sulle dipendenze dell’Ue da altri stati sia che si parli di energia sia che si tratti di altri aspetti economici. Uno dei punti principali, sottolineato più volte, è volontà di rendere autonoma il più possibile l’Europa, sotto ogni punto di vista. Sembra però che questo comporti l’allontanamento dalla Cina per von der Leyen che ha anche duramente criticato alcuni comportamenti di Xi.
Von der Leyen ha chiuso il discorso al vertice Ue rivolgendo nuovamente un pensiero ai rapporti con la Cina. I rapporti tra l‘Unione europea e Pechino sono tesi ultimamente e il conflitto tra Russia e Ucraina ha cambiato gli equilibri tra le nazioni fornendo spunti e scenari differenti che potrebbero ripetersi, ma con altri protagonisti.
Il malcontento con il leader cinese è da tempo nell’aria e se ne è discusso minuziosamente durante una discussione strategica sui rapporti Ue-Cina, confronto dove gli stati hanno espresso il loro punto di vista sia a livello economico che rispetto alla posizione di Xi in merito alla guerra. Von der Leyen aveva già espresso il suo dissenso per il fatto che il leader cinese non abbia una posizione chiara in merito alla guerra ma che preferisca anteporre lo sviluppo economico della Cina rispetto ai doveri umanitari.
Questo ha fatto scaturire domande sulla natura idealistica di Xi e sulle sue reali priorità, ora che lo si sta osservando nei rapporti diplomatici durante il conflitto. L’aver sollevato astio e malumore proprio prima della rinomina del leader cinese, che si avvia al terzo mandato, non fa che alimentare il distacco tra Pechino e l’Europa.
La presidente ha affermato: “Stiamo vedendo un’accelerazione nelle tensioni, il presidente Xi continua sulla sua strada di una maggiore assertività e autosufficienza della Cina, che comprende la dominazione del sudest asiatico e una crescente influenza nel mondo, compresa la sua partnership senza limiti con la Russia: tutto questo influenza le nostre relazioni con Pechino”.
Il primo ministro finlandese Sanna Marina ritiene che l’inasprimento dei toni tra Ue e Cina sia dovuto al risveglio dell’Europa dopo aver osservato l’evolversi del conflitto in Ucraina, che per alcuni è subordinata agli Usa. Il premier belga Alexander De Croo ha affermato che spera in un ripensamento in merito ai rapporti generali con il governo cinese.
Ha specificato che sotto certi aspetti è una valida alleata come nel caso del cambiamento climatico precisando che in altri è rivale e in altri aspetti ancora è ostile. Ha spiegato che si è capito dagli eventi degli ultimi mesi che anche la geopolitica copre un ruolo fondamentale nei rapporti tra stati in caso di complicazioni.
Il cancelliere tedesco Scholz invece ha una linea di pensiero più morbida ed ha in programma un viaggio in Cina da solo previsto per il mese prossimo che non va a genio proprio a tutti gli altri 26 stati membri.
Nel frattempo chi gode di questo allontanamento tra Ue e Cina è sicuramente Washington che è ai ferri corti con Pechino per questioni economiche come la guerra dei chip tanto discussa ma anche per la posizione contrastante verso Taiwan.
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