La Bosnia ed Erzegovina ha ricevuto il benestare della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per entrare nell’Unione europea.
Ursula von der Leyen ha proposto che alla Bosnia venga riconosciuto lo status di candidato all’adesione. Dopo anni di attesa e opposizioni di alcuni degli Stati membri sembra che Bruxelles abbia ufficialmente aperto le porte al processo d’ingresso della Bosnia ed Erzegovina.
Bruxelles apre le porte alla Bosnia Erzegovina
La Bosnia ed Erzegovina ha ricevuto la raccomandazione della Commissione Europea che spinge perché lo status di candidata all’adesione all’UE diventi ufficiale.
Bruxelles raccomanda al Consiglio Europeo, che ha l’ultima parola in merito, di accettare il paese balcanico come candidato. Il Consiglio deve esprimere il proprio consenso all’unanimità e fisserà degli obbiettivi che la candidata dovrà rispettare.
Tra le misure che dovranno essere attuate possiamo menzionare il potenziamento della democrazia, il rafforzamento delle istituzioni statali e dello stato di diritto, la lotta contro la corruzione e contro la criminalità organizzata, la garanzia per i media di libertà e la regolamentazione della migrazione nel paese.
Il Consiglio Europeo si terrà a dicembre e se dai 27 capi di stato e di governo arriverà l’ok la Bosnia ed Erzegovina si unirà all’Albania, alla Serbia, al Montenegro, alla Macedonia settentrionale, alla Moldavia, alla Turchia e all’Ucraina come candidata ufficiale.
L’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Borrel ha precisato che “le valutazioni che facciamo ora riguardano anche il tipo di Unione che vogliamo per il futuro”.
Le parole di Ursula von der Leyen
La leader dell’esecutivo comunitario von der Leyen si auspica che venga accettata la Bosnia ed Erzegovina definitivamente. Durante la conferenza degli ambasciatori ha precisato nel suo discorso: “I Balcani Occidentali appartengono alla famiglia europea”.
La presidente ha inoltre affermato che quello che stiamo attraversando è un momento storico e politico molto particolare. Periodo che a suo avviso ricorda gli anni settanta quando Spagna e Portogallo hanno abbracciato la democrazia o anche quando è caduto il muro di Berlino.
Von der Leyen ha spiegato che è nostro dovere come comunità europea aiutare e non abbandonare.
La Bosnia ed Erzegovina si appresta ad attuare un grande cambiamento dato che il sistema politico bosniaco è davvero uno dei più complessi esistenti. Dal 1945 al 1992 ha fatto parte della Jugoslavia che sciogliendosi ha poi formato sette stati differenti.
La Bosnia si è ritrovata con i tre grandi gruppi etnici che formano ora il paese in guerra con la situazione che è degenerata con campi di concentramento, stupri, omicidi e violenza inaudita mettendo il paese in ginocchio. Una guerra che ha generato ben 100.000 morti e che è stata interrotta dagli accordi di Dayton nel 1995, sponsorizzati dagli Stati Uniti per porre fine alle violenze.
Sono state create così due unità amministrative ovvero quella a prevalenza bosniaco croata e quella a prevalenza serba. Si è sviluppato poi un complesso sistema politico fatto di 14 governi differenti e 136 ministri.
La presidenza è tripartita ovvero ogni gruppo etnico sceglie il proprio presidente che ha un mandato di quattro anni.