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In Giappone, precisamente a Fukuoka, lungo una strada principale si è aperta una profonda voragine. L’enorme buco creatosi aveva una grandezza di 30 metri quadrati per 27, per 15 di profondità, in pratica le dimensioni di una piscina olimpionica. Tuttavia, nonostante le sue enormi dimensioni, è stato richiuso in soli due giorni. Una dimostrazione di efficienza e professionalità degli operai giapponesi.
Nonostante questo incredibile incidente sia avvenuto nel cuore di una delle città principali del sud del Giappone, a detta dei media locali per colpa dei lavori di costruzione di una nuova parte della linea metropolitana, non sono stati registrati feriti. Fortunatamente la voragine si è aperta lungo la strada, un’ora prima di quella di punta. In ogni caso la vicenda è stata sufficiente per generare il panico tra gli abitanti delle zone circostanti e un inevitabile black out: interruzioni di corrente, forniture di gas e di acqua.
Ma per la gioia di tutti, in sole 48 ore la potenza operaia nipponica ha rimesso totalmente in sesto il tratto stradale distrutto, che è stato riaperto al traffico delle auto e dei pedoni. E’ stato necessario anche riparare un tubo fognario, sostituire i semafori e i pali della luce, che erano stati letteralmente inghiottiti dal grande buco nero.
Il sindaco di Fukuoka, Soichiro Takashima, ha dichiarato che ora il terreno è 30 volte più forte di prima, inoltre ha informato i cittadini che verrà istituito un gruppo di esperti per stabilire la causa del crollo.
I lavoratori di Fukuoka, che hanno riempito la voragine con 6.200 metri cubi di sabbia e cemento, si sono guadagnati, a pieno titolo, elogi e ringraziamenti dagli internauti di tutto il pianeta: ‘Impressionante la velocità alla quale è stata ricostruita la strada’ e poi ‘Sono bastati due giorni’.
La voragine di Fukuoka, fa tornare immediatamente alla memoria il recente crollo del cavalcavia nella zona di Lecco, in Lombardia: in quell’occasione un tir che stava percorrendo il tratto è precipitato di sotto, schiacciando tre auto. Il bilancio è stato di un morto e diversi feriti.
Non solo, il pensiero corre veloce anche verso il cantiere ‘storico’ d’Italia, quello della Salerno-Reggio Calabria, che solo qualche mese ha visto un tratto finire sotto sequestro perché realizzato senza tener conto del rischio idrogeologico e perché non conforme al progetto concordato con Anas.
Mettendo a confronto le situazioni italiche con quelle nipponiche, la partita è vinta in partenza dal lontano Paese del Sol Levante, anche se, a onor del vero, il Premier Renzi avrebbe confermato di recente che l’intero cantiere della Salerno Reggio-Calabria sarà terminato entro dicembre 2016. Dopo quasi trent’anni però.
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