A partire da martedì 10 ottobre, torna il “vuoto a rendere”, l’incentivo al riciclo e al riutilizzo delle bottiglie promosso dal ministero dell’Ambiente. L’iniziativa, ufficializzata da un decreto in Gazzetta Ufficiale, sarà condotta in fase sperimentale per un anno.
Il “vuoto a rendere” sarà, innanzitutto, su base volontaria. Gli esercenti che vi aderiscono (ristoranti, bar, alberghi e altri punti di consumo) apporranno un simbolo di riconoscimento all’ingresso del locale.
Diffuso da anni in molti Paesi europei, riguarda i contenitori di volume tra gli 0,20 e gli 1,5 litri, in particolare bottiglie di birra e acqua minerale in vetro, plastica o altri materiali come le lattine.
Questo sistema consiste nella restituzione al consumatore, in cambio di bottiglie vuote, della piccola cauzione versata al commerciante o al barista nel momento dell’acquisto.
In pratica, al momento dell’acquisto all’ingrosso, l’acquirente verserà una microcauzione (in proporzione al volume dell’imballaggio e ricompreso tra 0,05 e 0,3 euro), che verrà poi restituita dal grossista al momento della resa dei vuoti da parte del rivenditore.
L’obiettivo del “vuoto a rendere”? Sensibilizzare sull’importanza del riutilizzo e del riciclo, per diminuire la produzione dei rifiuti. Le bottiglie, infatti, possono essere riutilizzate fino a dieci volte prima di diventare scarto.
«Un Paese proiettato nell’economia circolare come l’Italia – afferma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – non può che guardare con interesse a una pratica come il vuoto a rendere, già diffusa con successo in altri Paesi. Questo decreto dà una possibilità a consumatori e imprese di scoprire una buona pratica che aiuta l’ambiente, produce meno rifiuti e fa risparmiare soldi».