La sentenza della Corte Suprema sull’aborto sta creando diverse manifestazioni ormai da quasi un mese negli USA, ora dopo una di queste a Washington la parlamentare Alexandria Ocasio-Cortez è stata arrestata.
Continuano le manifestazioni pro-aborto negli Stati Uniti d’America, dopo che la Corte Suprema ha ribaltato la sentenza Roe vs Wade, dando l’opportunità a ogni Stato di decidere il divieto d’aborto.
Una scelta che ha indignato la maggior parte della popolazione e molti parlamentari americani, che hanno partecipato alle proteste. Ieri arrestata anche Alexandria Ocasio-Cortez, la democratica che subito si è schierata contro la sentenza.
Ieri, 19 luglio, si è tenuta una delle tante proteste pro-aborto che negli Stati Uniti si stanno protraendo da un mese a questa parte.
La sentenza della Corte Suprema sull’interruzione di gravidanza, che ha ribaltato 50 anni di diritto all’aborto, ha smosso tutto il Paese. Ieri a Washington ha partecipato alla manifestazione anche Alexandria Ocasio – Cortez, democratica che subito si è schierata contro la decisione della Corte.
Lei, insieme ad altri diciassette parlamentari presenti, è stata arrestata dalle Forze dell’Ordine, perché secondo la polizia i manifestanti non avrebbero liberato la strada dopo ben tre avvisi da parte loro.
In tutto sono state fermate 35 persone presenti, tutti accorsi al Campidoglio per protestare ancora una volta contro la sentenza che permette agli Stati degli USA di decidere liberamente per il divieto all’aborto.
Un video che si trova sul web, mostra la Ocasio-Cortez in manette ma sorridente, scortata dagli agenti di polizia proprio di fronte all’edificio della Corte Suprema.
Molti dei parlamentari arrestati hanno condiviso poi la loro opinione sui social, definendosi orgogliosi di rappresentare quei diritti civili che la Corte sta calpestando ancora una volta.
È passato meno di un mese da quando la Corte Suprema ha annullato la storica sentenza Roe v Wade del 1973, che proteggeva il diritto all’aborto ai sensi della costituzione.
Una decisione anacronistica, che fa mille passi indietro rispetto ai diritti ottenuti dalle donne negli ultimi decenni. Ora, l’aborto è vietato o minacciato di essere bandito nel 60% degli stati americani, una percentuale altissima che sta mettendo tutti a dura prova.
Le donne, infatti, che devono abortire in stati che lo proibiscono sono costrette a scappare, andando lì dove l’aborto è permesso. Una situazione ai limiti del possibile e che molti gruppi umanitari e per i diritti civili stanno cercando di contrastare.
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