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Wassily Kandinsky è stato un grande pittore russo, il primo ad aver dipinto quadri completamente astratti: le sue opere più famose, infatti, sono esposte oggi nei musei più prestigiosi del mondo, tra i quali il Centre Pompidou di Parigi. Nato il 16 dicembre del 1866, Kandinsky è stato una delle figure più interessanti del XX secolo, un artista che ha vissuto il concetto di astrattismo non solo come tecnica pittorica ma come vero e proprio tentativo di ricerca spirituale. Una ricerca che parte innanzitutto dall’uso del colore grazie al quale l’artista ha dato forma a ciò che non si vede e non si tocca, come gli stati d’animo che Kandinsky considerava soggetti perfetti, oltre che belli, per i suoi dipinti – ogni colore, diceva, ha una sua forma particolare e può corrispondere ad una passione, ad un sentimento, ad un’emozione. Per questo ancora oggi i quadri di questo artista esercitano un fascino enorme sia sui pittori che sui critici d’arte. Ma quali sono le opere più famose di Kandinsky? Guardiamone insieme qualcuna.
Il cavaliere azzurro
Dipinto nel 1903, questo splendido quadro rappresenta un cavaliere vestito d’azzurro in groppa al suo cavallo bianco. La tecnica utilizzata si avvicina ancora molto all’impressionismo e i colori del quadro, il verde e l’oro della collina e degli alberi le sfumature calde del cielo, ci indicano che ci troviamo in piena stagione autunnale. L’opera, inoltre, è spia del grande fascino che la tradizione russa e le leggende del medioevo tedesco esercitavano sul pittore, attirato soprattutto dalla figura del cavaliere che combatte il male affrontando le prove più dure e pericolose.
Primo acquerello astratto
Questo quadro, dipinto nel 1910, è la prima opera totalmente astratta di Kandinsky e fu concepita come studio per un quadro molto più complesso realizzato qualche anno dopo. Nonostante ciò, è tra le opere più famose ed interessanti del grande pittore russo. Composto unicamente da segni neri e da macchie di colore, nel quadro non vi sono delle forme visibili e facilmente riconoscibili; la ‘lettura’ perciò può iniziare partendo da qualsiasi punto, osservando ogni colore fino a quando la semplice percezione si trasforma in una sensazione psicologica ben precisa. Come succede, in realtà, per tutte le opere concepite da Kandinsky.
Giallo, rosso, blu
Tra le opere più famose di Kandinsky, Giallo, rosso, blu – dipinto nel 1925 – ha come protagonista d’eccezione solo il colore, declinato nella forma delle tre sfumature primarie. Nelle opere di Kandinsky, infatti, il colore assume un significato fondamentale poiché mira a suscitare un effetto psicologico che va oltre il soggetto rappresentato. Così ad esempio il rosso può evocare il dolore in quanto richiama il colore del sangue; il giallo, associandosi al limone, richiama ad un qualcosa di acido; mentre il blu ad un qualcosa di più freddo, di ruvido. Ogni colore, infine, corrisponde a delle forme ben precise: perciò al cerchio si associa il blu, al triangolo il giallo e al quadrato il rosso.
Composizione VI
I quadri ai quali Kandinsky dedica particolare attenzione sono quelli che intitola ‘Composizione’. In tutto ne realizza dieci: le prime sette, in un arco di tempo piuttosto breve – tra il 1910 e il 1913 – le ultime, invece, a distanza di parecchi anni.
Come per la precedente, anche quest’altra opera, datata 1913, è da annoverare tra i quadri più famosi del grande artista russo. Straordinario esempio di pittura astratta, anche questo dipinto ha come protagonista principale il colore che trasmette, attraverso linee e forme che esulano dal reale, armonia, tranquillità e spiritualità. Così come nella maggior parte delle opere kandinskiane, infatti, anche qui i soggetti non raccontano la realtà in quanto tale ma un qualcosa apparentemente privo di senso: in realtà il senso è quello che lo spettatore riesce a dargli, guardando attentamente il quadro ed interpretandolo secondo i suoi sentimenti più intimi e profondi.
Composizione VIII
Kandinsky realizza la sua ottava Composizione dieci anni dopo aver dipinto la prima. Tanti sono stati gli avvenimenti che hanno segnato la vita dell’artista durante questo lungo periodo – la Prima Guerra Mondiale, la Rivoluzione Russa – e, dopo aver ripreso la sua attività pittorica, il suo stile appare diverso: l’astrattismo della sua pittura, infatti, sembra ricercare forme sempre più rarefatte, rivolgendo meno attenzione alle situazioni psicologiche e più alla costruzione di una nuova realtà esteriore, in cui cominciano a delinearsi nuovi materiali, industrie e macchine che richiedono, rispetto ai quadri precedenti, anche un’estetica del tutto nuova.
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