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Wikileaks, Chelsea Manning graziata da Obama: sarà scarcerata a maggio

Svolta nel caso Wikileaks con una decisione a sorpresa del presidente uscente Barack Obama che concede la grazia a Chelsea Manning, la “gola profonda” che consegnò documenti scottanti e segreti al gruppo di Julian Assange. Condannata a 35 anni di carcere, Manning uscirà il prossimo 17 maggio grazie alla pena commutata dal presidente che ha perdonato l’ex soldato, facendo scendere la pena a 7 anni. Negli ultimi tempi si erano moltiplicati gli appelli per la scarcerazione di Manning che, dopo aver annunciato il cambio di sesso, aveva trascorso sei anni in un carcere maschile, tentando due volte il suicidio, l’ultima qualche mese fa. Tra gli appelli a suo favore spicca quello rilasciato dal numero uno di Wikileaks, Assange, che aveva promesso di consegnarsi alle autorità statunitensi se fosse stata concessa la grazia a Manning.

Oltre al fondatore di Wikileaks, anche Edward Snoden, l’ex analista dell’NSA che fece scoppiare il caso DataGate, aveva lanciato il suo appello a Obama perché scarcerasse Manning: “Solo lei può salvarle la vita”, aveva detto in un video pubblicato dalla Russia, dove si è rifugiato dopo il mandato di cattura emesso nei suoi confronti.

COS’È WIKILEAKS: TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SULL’ORGANIZZAZIONE DI ASSANGE

Assange si è congratulato per la decisione di Obama e ha confermato la promessa di consegnarsi agli USA dopo l’annuncio della Casa Bianca. Lo ha reso noto l’Independent, citando Wikileaks: il suo fondatore affronterà l’estradizione verso gli Stati Uniti e lascerà l’ambasciata dell’Ecuador. Al momento Donald Trump, prossimo presidente degli Stati Uniti, non ha ancora commentato la decisione del suo predecessore.

Ex analista dell’esercito USA, Manning è stata una delle fonti primarie di Wikileaks: fu lei, quando era ancora Bradley, a consegnare nel 2010 al gruppo di Assange documenti e video riservati delle operazioni in Iraq, in quella che è la più grande fuga di materiale della recente storia americana. Le sue rivelazioni svelarono gli enormi problemi dell’intervento USA in Iraq: in particolare Manning fece portare alla luce i dossier sugli omicidi di diversi civili disarmati, uccisi senza apparente motivo da militari americani.

L’ex soldato, a differenza di Snowden, ha subìto un processo molto seguito dalla stampa e dall’opinione pubblica americana che si è divisa sull’argomento: da una parte chi sosteneva la linea dura dell’amministrazione Obama, che più di tutti ha usato lo Espionage Act come avevamo già spiegato qui. Dall’altra invece attivisti, media o semplici cittadini che hanno ringraziato Manning per il coraggio dimostrato nello svelare le atrocità commesse in Iraq dall’esercito USA.

Condannato a 35 anni, Bradley annunciò il cambio di sesso, iniziando la terapia ormonale e scegliendo come nuovo nome quello di Chelsea Elisabeth. Nonostante il nuovo genere, ha scontato la sua pena in un carcere maschile: ora, a 29 anni, sarà liberata il 17 maggio e non più nel 2045.

Lorena Cacace

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