Il World economic forum, attraverso il rapporto “Global risks report 2021”, ha lanciato l’allarme: per 15 anni l’allarme legato ai rischi di una pandemia mondiale è stato ignorato. Ora, quindi, gli effetti rischiano di pesare sul lavoro, sulle imprese e sulle giovani generazioni.
Nel report, pubblicato dal WEF, vengono elencati i rischi di Covid-19 a breve, medio e lungo termine. Innanzitutto, il rapporto spiega come nel 2020 il mondo abbia visto gli “effetti catastrofici dell’ignorare i rischi a lungo termine” di una possibile pandemia.
Tra gli effetti: l’ampliamento delle disparità e la rottura della coesione sociale
Tra gli effetti più importanti c’è l’ampliamento delle disparità di accesso alle competenze digitali e alle tecnologie. A pagarne le conseguenze saranno i più giovani. Questo perché, oltre a mettere in discussione la coesione sociale, le nuove generazioni stanno affrontando la loro seconda crisi globale. Il risultato sarebbe l’esclusione di questi soggetti dalle nuove opportunità per il prossimo decennio.
“La pandemia da Covid-19 non ha solo causato milioni di vittime, ma anche ampliato le disparità sanitarie, economiche e digitali di lunga data” ha precisato il WEF nel report.
Le difficoltà, causate dalla pandemia da Coronavirus, rischiano anche di minacciare la persistenza sul mercato di diverse aziende e dei lavoratori. Anche in questo caso, il rischio è di ritrovarsi con una società frammentata e compromessa dalle diverse disparità.
“Mentre i giovani, le imprese e le società cominciano a emergere dalla pandemia, devono ora urgentemente plasmare nuovi sistemi economici e sociali che migliorino la nostra resilienza collettiva e la nostra capacità di rispondere agli shock, riducendo le disuguaglianze, migliorando la salute e proteggendo il pianeta” ha commentato Saadia Zahidi, AD del World economic forum.
Nel reporto del World economic forum gli effetti sul breve, medio e lungo periodo
Il report del World economic forum ha fatto emergere, prendono in considerazione il breve periodo, la preoccupazione per la diffusione di altre malattie infettive, oltre al problema, già esistente, dell’occupazione. Inoltre, nel breve termine, si potrebbe arrivare ad un divario digitale difficile da sanare, ma anche ad una perdità di speranza nel futuro da parte dei giovani.
Per quanto riguarda invece il medio periodo, che va dai 3 ai 5 anni, a preoccupare sono i rischi tecnologici ed economici, come il crollo delle infrastrutture informatiche e la crisi del debito. Sul lungo periodo, che va dai 5 ai 10 anni, le preoccupazioni riguardano le armi di distruzione di massa e la perdita delle biodiversità. Ma anche lo sviluppo di tutte quelle tecnologie che potrebbero essere dannose per la popolazione mondiale.
“Nel 2020 il rischio di una pandemia globale è diventato realtà, cosa che questo rapporto evidenzia dal 2006” ha detto Zahidi. “Sappiamo quanto sia difficile per i governi, le imprese e le altre parti interessate affrontare tali rischi a lungo termine, ma la lezione qui è che tutti noi dobbiamo riconoscere che ignorarli non li rende meno probabili” ha concluso.
Zaihidi ha inoltre spiegato che durante il summit, previsto in video conferenza per la prossima settimana, saranno mobilitati i “leader globali per dare forma ai principi, alle politiche e alle partnership necessarie in questo nuovo contesto”.