In casa aveva una quantità enorme di materiale pedopornografico e, in particolare, un dossier di 40 pagine su Yara Gambirasio, la ragazzina di Brembate di Sopra uccisa nel 2011, per il cui omicidio è stato comminato l’ergastolo all’operaio Massimo Bossetti. Le forze dell’ordine hanno arrestato un uomo di 53 anni, impiegato di Rimini, con l’accusa di pedofilia. Nel volume su Yara Gambirasio, il 53enne aveva conservato meticolosamente foto, ritagli e filastrocche oscene con riferimenti sessuali alla vittima.
Secondo gli investigatori, il materiale rinvenuto a casa dell’impiegato con tutta probabilità veniva condiviso con gli amici, anche loro affetti dalla stessa malattia. Anzi, l’idea che si fa largo è che esista un’estesa rete di persone dietro l’arresto dell’uomo, attualmente detenuto nel carcere dei Cassetti di Rimini. Sul pc dell’uomo, durante la perquisizione, sono stati ritrovati diversi video con bambini maltrattati e stuprati.
In prigione, il pedofilo è tenuto in una zona protetta, lontano dagli altri detenuti. La scoperta di Rimini non poteva naturalmente non far drizzare le antenne ai difensori di Bossetti. Ezio Denti, consulente del pool difensivo dell’uomo accusato dell’omicidio di Yara, a ‘Radio Cusano Campus’, durante la trasmissione ‘Legge o Giustizia’, condotta da Matteo Torrioli ed Edoardo Caianiello, ha lanciato la domanda fatidica: “Perché quest’uomo aveva le foto di Yara?”. Chiedendo di approfondire la posizione del pedofilo.
Denti dice: “Questo dossier aumenta la voglia in noi di raggiungere dei risultati. Già in passato era capitato che la Procura stesse indagando su un uomo dedito alla pornografia e nel materiale fu già trovata una foto di Yara: un soggetto del posto che non si sa come entrò in possesso di quella foto e questo, però, passò in secondo piano. Oggi il fatto preoccupa e non poco: non si capisce perché Yara, una ragazza di 13 anni anni e illibata, debba essere in un fascicolo riguardante un uomo e per ben 43 pagine. Si parla di foto, di ritagli, di filastrocche oscene seguendo questo particolare manuale sulla pedo-messa”.
Alla difesa di Bossetti interessa capire cos’è “la rete. Questo soggetto aveva dei collegamenti, vogliamo sapere chi siano questi soggetti. Vedo molto difficile l’acquisizione del materiale, ci sto provando direttamente qui da Rimini”. E ancora: “Nel pc di Bossetti non è mai stato trovato un accesso a un sito pedopornografico“. Ma legalmente cosa può succedere? “Le indagini sono terminate. Dal mio punto di vista non finiranno mai, anche dopo la Cassazione. Ho dei dubbi che alla procura possa ancora interessare questo caso. Spero che la procura di Rimini inoltri a quella di competenza questo materiale, è giusto che venga fatto. Vorremmo ottenere qualcosa fuori da quelli che sono i crismi legali. Finché si parla di ritagli di giornale è un conto, ma qui si parla di foto e questo è molto strano. Troppo strano”.