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Dopo la crisi in cui è precipitato lo Yemen dopo il duplice attentato kamikaze di venerdì 20 marzo 2015 effettuato contro due moschee frequentate dagli sciiti Houthi , gli Usa hanno ritirato dal Paese tutto il personale diplomatico, oltre ai circa 100 membri delle forze speciali. Lo ha annunciato il dipartimento di Stato: ”A causa del deteriorarsi della sicurezza in Yemen il governo Usa ha temporaneamente spostato il proprio staff ancora presente nel Paese fuori dallo Yemen”, ha spiegato il portvaoce Jeff Rathke. Lo Stato islamico ha rivendicato via Twitter la responsabilità degli attentati, ma dalla Casa Bianca non c’è stata conferma.
In Yemen al-Qaeda nella penisola arabica ha condannato formalmente gli attentati contro le moschee Houthi avvenuti oggi nel Paese, che hanno causato la morte di 142 persone. Secondo un comunicato ufficiale il gruppo ha negato ogni coinvolgimento o responsabilità per gli attacchi. Da parte sua, la Casa Bianca non ha confermato la notizia trapelata ad un certo punto, secondo cui gli assalitori in Yemen erano affiliati con i militanti dello Stato islamico.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a margine della firma a Torino per il rifinanziamento dello Staff College delle Nazioni Unite, è intervenuto commentando: ”Gli attacchi di Tunisi e quello in Yemen sono atti brutali e di barbarie che vanno condannati. Italia e Onu hanno un impegno forte per fermare e lottare contro questi attacchi terroristici”. Ban Ki-moon ha poi ribadito il suo “cordoglio e le condoglianze per i fatti che hanno colpito Torino. Mi unisco a questi due giorni di lutto cittadino ed esprimo piena vicinanza alle vittime e alle loro famiglie”. Il riferimento è chiaramente ai morti italiani nell’attentato al Museo Brado di Tunisi.
La crisi yementità sarà affrontata domenica 22 marzo in una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza Onu alle 15 ora locale, ovvero le 20 in Italia.