Youtube toglie la censura ai video complottisti sulle elezioni americane del 2020

La decisione del social network di eliminare la censura ai video complottisti sulle elezioni Usa del 2020, in vista delle presidenziali del 2024: “Rischio di limitare il dibattito politico”.

Donald Trump
Donald Trump – Nanopress.it

Per la società YouTube, eliminare adesso i video di stampo complottistico riguardanti le elezioni del 2020 – che i sostenitori di Donald Trump ancora rivendicano – risulterebbe più dannoso per il dibattito politico che pericoloso per il rischio violenze. Niente più limitazioni ai contenuti che fanno riferimento alla vittoria di Biden contro Trump di 3 anni fa, a ridosso delle presidenziali.

YouTube toglie la censura ai video complottistici in vista delle presidenziali 2024

Dopo gli attacchi di Capital Hill, in concomitanza con l’elezione di Joe Biden del 9 dicembre 2020, YouTube aveva deciso di eliminare migliaia di video dalla piattaforma facenti riferimento alle teorie – mai verificate – cosiddette del complotto sulle elezioni. Tantissimi utenti infatti, che si erano fatti forza a vicenda alimentando notizie false sul risultato – secondo loro ingiusto – delle elezioni – avevano condiviso negli anni tramite spinta dell’allora leader del partito repubblicano una quantità enorme di contenuti che la società aveva deciso di limitare.

La motivazione era l’ordine e il rischio violenza. Quella poi esplosa il 6 gennaio 2021 con l’attacco al Campidoglio. Ma adesso, in vista delle elezioni del 2024 che vedranno ancora Trump e Biden l’uno contro l’altro, il social ha deciso di eliminare quella limitazione.

Secondo i vertici di YouTube infatti il rischio di limitare il dibattito in vista delle presidenziali è maggiore in questo momento storico di quello relativo alla violenza nel mondo reale. Una decisione sicuramente discutibile, considerando che Trump – di nuovo in lizza nel partito repubblicano per un posto alla Casa Bianca – non ha certo promesso di mettere da parte l’ascia da guerra.

Il miliardario viene adesso da uno scandalo giudiziario, difendendosi gridando – guarda caso  – al complotto, dicendo di essere stato incastrato dal giudice di New York e dallo stesso Joe Biden. Teorie e complotti a volontà, anche adesso, anche se YouTube ha fatto sapere di volere ugualmente mantenere la limitazione di contenuti disinformati e che agli utenti che faranno ricerca sulle elezioni verrano consigliati per primi sempre dei prodotti di canali autorevoli e verificati.

Il peso dei social nel dibattito politico

Ormai da tempo anche nel nostro Paese – che a livello statistico non è minimamente paragonabile a States e Gran Bretagna ad esempio – i social hanno un impatto sulla politica. Fatta eccezione per i goffi tentativi di Silvio Berlusconi di fare leva su Tik Tok per accaparrarsi una differente fascia di elettorato però, in Italia (parentesi Covid e vaccini forse a parte) la politica per certi versi ha evitato di fare leva su fake news e complotti. Per il centrodestra fin dai tempi dell’opposizione, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni davanti a tutti, che ha inondato Twitter di banner in caps e punti esclamativi, si è trattato – e si tratta ancora oggi – più un filtraggio delle notizie mirate a riempire la pancia dell’elettore medio.

Niente a che vedere con gli episodi che hanno riguardo negli ultimi anni gli Stati Uniti. Durante le elezioni del 2020 infatti, dopo la vittoria di Joe Biden contro Donald Trump, gli utenti – soprattutto su Twitter – erano letteralmente insorti. In tantissimi avevano abbracciato le strampalate e non verificate teorie di una illegittima vittoria del democratico, gridando allo scandalo e all’ingiustizia.

Cartello contro Trump
Cartello contro Trump – Nanopress.it

Moto fomentato dallo stesso Trump, ritenuto poi responsabile della disdicevole insurrezione a Capital Hill. Gli attacchi al Campidoglio del 6 gennaio 2021 hanno rappresentato per tutti il culmine della mobilitazione di massa tramite teorie del complotto divulgate via social. Dinamica che aveva portato di fatto i vari Facebook, Twitter e YouTube a censurare e limitare i contenuti. Anche dello stesso Trump, il quale eliminato ormai da tutte le piattaforme mainstream aveva deciso di creare un suo portale.

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