A causa del morso di zecche un uomo di 73 anni è deceduto. Vediamo perché e come evitare questo spiacevole inconveniente.
L’uomo che aveva subito dei morsi di zecche, è entrato in coma ed è deceduto dopo tre settimane.
E’ successo a Livo (Trento) dove un uomo di 72 anni, Andrea Zanottelli, è deceduto a causa del morso di zecche. E’ accaduto attorno al 15 del mese di giugno. L’uomo aveva notato un crescente senso di spossatezza e, improvvisamente, una mano gli si è gonfiata in modo spropositato. Ciò aveva condotto il 72enne al coma e, dopo tre settimane, alla morte.
Appena aveva iniziato ad accusare i sintomi, l’uomo si era recato all’ospedale Valli del Noce di Livo dove un team di medici lo aveva controllato e aveva deciso per il trasferimento al nosocomio di Trento, Santa Chiara. Oltre alla mano, gli si erano gonfiate anche altre estremità.
Proprio lì l’uomo ha iniziato ad avere febbre alta stabile. Successivamente, è entrato in coma e non vi è più uscito. Dopo tre settimane l’anziano è morto. Probabilmente, non si era nemmeno accorto di essere stato morso da zecche. Proprio queste ultime, gli hanno causato l’encefalite da zecche TBE ovvero Tick bone encefalis.
Al seguito della morte dell’anziano di Livo e di altre morti in giro per l’Italia e nel mondo, i medici hanno deciso di iniziare una campagna di sensibilizzazione contro i morsi di zecche. Questi ultimi possono essere evitati vestendosi adeguatamente se si prevedono escursioni. Le zecche, infatti, sono presenti soprattutto nelle zone boschive. Anche se, i cambiamenti climatici hanno fatto in modo che proliferassero abbondantemente anche in altre zone. Inoltre, è stato notato che prediligono pungere gli umani piuttosto che gli animali.
Il rimedio più efficace contro i sintomi gravi resta il vaccino che prevede tre somministrazioni. Le persone, però sono ancora scettiche circa il reale pericolo apportato dai morsi di zecche. Essi non portano prurito e sono impercettibili all’occhio. Dunque, si potrebbe venire morsi e non accorgersene nemmeno.
Il primo caso di TBE in Italia fu isolato a Belluno nel 1994. Il vaccino è disponibile per l’acquisto sin dal 2006. A differenza della sindrome di Lyme, trasmessa dalle zecche, la TBE non può essere curata con gli antibiotici. Inoltre, i suoi sintomi potrebbero essere confusi con una banale influenza. La TBE, nei casi gravi, può condurre allo sviluppo di meningiti ed encefaliti.
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