Durante il meeting annuale del World Economic Forum presso Davos, in Svizzera, è intervenuto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale prosegue l’opera mediatica di sensibilizzazione mondiale alla causa del suo Paese.
Nella sua instancabile richiesta di aiuti, necessari a sostenere lo sforzo bellico ed umanitario a cui il suo paese è stato chiamato, a causa dell’invasione russa del 24 febbraio, Zelensky ha presenziato in videoconferenza all’evento che, dal 1971, richiama in Svizzera i rappresentanti dei più importanti gruppi ed agglomerati produttivi ed imprenditoriali del mondo.
La natura del forum, che si propone quale organo indipendente volto a favorire un “miglioramento delle condizioni del mondo”, nonché la composizione della platea, composta dagli esponenti di punta dell’economia e del commercio mondiali, hanno portato Zelensky ha denunciare le difficoltà economiche che l’Ucraina sta affrontando.
Difficoltà che nelle interconnessioni ed interdipendenze globali ormai in atto, significano seri problemi per gli scambi internazionali, con la conseguente penuria di alcuni beni per intere regioni del pianeta.
L’Ucraina, spesso definita nel dire comune “il granaio d’Europa” grazie alle sue ampie e fertili pianure, fornisce oltre 20 milioni di tonnellate tra grano, mais e girasole, che costituiscono l’insostituibile base alimentare di alcuni paesi africani e medio orientali.
Mediante l’assedio del porto di Odessa, il principiale del paese, la flotta russa sta impedendo alle derrate conservate nei container portuali, di prendere il largo, ed ogni giorno aumenta il rischio che gran parte del raccolto si deteriori prima di poter essere consumato.
Naturalmente tale situazione è aggravata ulteriormente dal protrarsi degli scontri, che impediscono ai coltivatori ucraini di seminare quelle che saranno le produzioni agricole future.
Al fine di porre un immediato e risoluto freno alla possibile catastrofe alimentare e umanitaria, a cui ampie zone dipendenti da Kiev andrebbero incontro, Zelensky ha ribadito la necessità “di prendere misure per un corridoio per l’export del nostro grano e dei cereali, altrimenti la penuria avrà effetti sul mondo e ci sarà una estensione della crisi energetica”.
Infine l’appello di Zelensky ai grandi imprenditori del pianeta, affinché si possa attuare un piano di ricostruzione del paese slavo, attraverso un’opera di cooperazione internazionale, che abbia anche la duplice funzione di intimorire e dissuadere qualsivoglia governo, ad intraprendere azioni di forza unilaterale come quella voluta da Putin.
“Offriamo al mondo la possibilità di creare un precedente per ciò che sta accadendo quando si tenta di distruggere un paese vicino” ha riferito il presidente ucraino, in carica dal 2019, auspicando che la solidarietà internazionale non si fermi, e divenga anzi scudo da opporre a chiunque aspiri a porre sé ed i propri interessi sopra la pace e la libertà dei popoli.
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