Il conflitto tra Russia e Ucraina ha subito il contraccolpo, così come alleati e parti varie tirate in causa, causato dalla tanto discussa fuga di notizie del Pentagono, che ha rivelato anche strategie e dettagli, sia delle truppe ucraine che dell’esercito russo. Sul campo di battaglia a Bakhmut i combattimenti proseguono feroci e senza sosta, tra notizie discordanti tra loro riguardo a chi avanza e guadagna terreno e chi invece indietreggia. Un altro punto focale sollevato da Kiev è quello del Mar Nero che secondo Zelensky necessità di più sicurezza.
La tensione in merito agli eventi che ruotano attorno alla guerra in Ucraina è altissima e la fuga di notizie avvenuta dal Pentagono, che ha rivelato numerose informazioni in merito alle strategie di entrambe le parti in conflitto e dei loro alleati, ha alimentato il nervosismo globale. Zelensky si è detto preoccupato per la sicurezza del Mar Nero e ha sollevato la questione con gli alleati della Nato.
La battaglia tra truppe russe e ucraine a Bakhmut continua senza sosta nonostante la difficoltà dei combattimenti in trincea e le numerose perdite subite da entrambe le fazioni in contrasto.
Le truppe di Kiev continuano a difendere senza sosta la città di Bakhmut ma l’esercito di Mosca non da tregua e continua ad attaccare costantemente generando una battaglia continua.
Nonostante le notizie emerse da alcuni funzionari russi, che hanno dichiarato di aver conquistato almeno il 75% della città di Bakhmut e di aver relegato ai margini le truppe ucraine, è emersa una dichiarazione del leader Prigozhin, che è stato insolitamente cauto rispetto alle dichiarazioni effettuate in precedenza.
Il capo dei mercenari ha spiegato che è troppo presto per affermare che le forze militari russe sono circondato la parte orientale della città di Bakhmut.
Le parole di Prigozhin sono arrivate a seguito di un’affermazione pervenuta dal ministero della Difesa russo, che ha affermato che l’esercito russo era riuscito a bloccare le truppe ucraine che erano impossibilitate quindi sia ad entrare che ad uscire dalla città.
Il capo del gruppo Wagner ha compiuto l’assalto a Bakhmut praticamente impiegando soltanto le sue unità, ma con il sostegno di Mosca per aspetti come munizioni e forniture militari. Prigozhin ha precisato che: “le unità d’assalto di Wagner stavano continuando operazioni di combattimento ad alta intensità per cacciare il nemico dai quartieri centrali della città nell’Ucraina orientale.”
L’esercito ucraino ha confermato la versione preannunciata dalle autorità di Mosca e Oleksiy Hromov, vice capo del dipartimento operativo delle forze armate ucraine, ha precisato che: “Ogni giorno nell’area di Bakhmut il nemico effettua da 40 a 50 tentativi di offensiva e assalto. Lancia più di 500 attacchi utilizzando l’intera gamma di armi disponibili”.
Mentre la battaglia prosiegue feroce, emerge un’ulteriore problema sollevato direttamente dal capo di Stato ucraino Zelensky che ha chiesto agli alleati occidentali aiuto per ampliare la sicurezza nel Mar Nero.
Le autorità di Kiev hanno chiesto di ampliare la sicurezza nella zona del Mar Nero e vorrebbero integrare le difese aeree e missilistiche dell’Ucraina con quelle degli alleati occidentali della NATO.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba ha dichiarato a Bucarest, durante la conferenza sulla sicurezza del Mar Nero, che: “Il Mar Nero è fondamentale per rendere l’intera Europa pacifica e orientata al futuro”.
Il presidente Zelensky ha anche affermato che: “Purtroppo, è anche una dimostrazione di quanto rapidamente le cose possano deteriorarsi se si trascurano le minacce. È tempo di trasformare il Mar Nero in quello che è diventato il Mar Baltico, un mare della NATO”.
Il portavoce del Cremlino Peskov ha respinto le accuse e ha dichiarato durante un briefing: “Il Mar Nero non potrà mai essere un mare della NATO “.
Sottolineando che: “Questo è un mare condiviso, deve essere un mare di cooperazione, interazione e sicurezza per tutti i suoi stati costieri. E questa sicurezza è indivisibile“.
Nel corso degli anni il Mar Nero e la costa Ucraina sono stati luoghi dove si sono verificati combattimenti cruciali e così è stato anche dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina iniziato nel Febbraio 2022.
Si tratta di uno snodo fondamentale per il commercio compreso quello degli approvvigionamenti di grano di cui Russia e Ucraina sono tra i maggiori produttori internazionali. Mosca ha minacciato più volte di attuare un blocco così da provocare una crisi alimentare internazionale e questo fino a quando, lo scorso anno, Nazioni Unite e Turchia sono riuscita a mediare tra le parti in guerra e a raggiungere un accordo per mantenere in essere il patto sul grano.
Si tratta di un argomento molto delicato e il ministro Kuleba ha precisato che: “Dobbiamo affrontare insieme il problema comune della Russia. Ad esempio, sostengo l’idea degli esperti di integrare i sistemi di difesa aerea e missilistica dell’Ucraina con quelli degli alleati NATO del Mar Nero e del Mar Baltico”.
La flotta russa stanziata nel Mar Nero ha base in Crimea, che è la penisola Ucraina conquistata da Mosca e annessa al proprio territorio nel 2014, e l’operazione sembra sia mirata proprio alla conquista dei porti ucraini ma, nonostante sia uno dei principali obiettivi russi, la conquista di Mosca si è fermata 130 km circa dal porto principale ucraino sul Mar Nero ovvero quello di Odessa. La Russia ha preso posizione nell’intera costa del Mar d’Azov che si apre direttamente Mar Nero.
La mappa della sicurezza intorno al Mar Baltico ha subito un cambiamento quando, lo scorso anno m, Finlandia e Svezia hanno chiesto di entrare a far parte ufficialmente della NATO, lasciando la Russia come unico paese costiero che non ha aderito.
Anche le domande di adesione di Georgia e Ucraina, se il percorso verrà portato a termine senza eventuali problematiche, attuerà un significativo cambiamento e un impatto importante nel Mar Nero che vede già Bulgaria, Romania e Turchia parte della NATO e la presenza delle Nazioni Unite aumenterebbe sensibilmente.
Kuleba ha precisato che il vertice dell’alleanza del Nord Atlantico a Vilnius è stata un’opportunità per proseguire nella tanto discussa adesione dell’Ucraina alla NATO e: “per dimostrare che la porta non solo è aperta, ma che esiste un piano chiaro su quando e come l’Ucraina vi entrerà”.
Le dinamiche che emergono in questo momento del conflitto mostrano fazioni sempre più in contrasto, dove si evince chiaramente la vicinanza di Mosca a Pechino ma anche a Teheran. Nazioni unite, anche, dall’astio nei confronti dell’Occidente che invece si affianca sempre più vicino a Kiev e prosegue nel sostenere le truppe ucraine durante la difesa del proprio territorio.
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