Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annuncia l’intenzione di liberare la Crimea come parte del programma della controffensiva di Kiev sulla Russia.
Lo scacchiere si fa sempre più incandescente e da Mosca tuonano nuovi messaggi contro l’Occidente. Lavrov insiste con la retorica di fuoco: “I loro tentativi di isolarci stanno fallendo“.
Una delle partite più importanti della controffensiva dell’Ucraina nel conflitto innescato dall’invasione russa si giocherà in Crimea, annessa illegittimamente dalla Russia nel 2014.
Lo annuncia il presidente ucraino Zelensky, secondo cui uno degli obiettivi delle prossime azioni di Kiev sul campo sarà quello di liberarla dal giogo del Cremlino.
Le forze armate ucraine stanno programmando di riappropriarsi dei territori occupati e, parlando ai microfoni dell’emittente finlandese Yle, Zelensky non ha dubbi: il successo del suo Paese in guerra dipende in gran parte dai rifornimenti bellici dell’Occidente.
L’Ucraina invoca l’invio di più armi, richiesta a cui Mosca risponde alimentando la dialettica contro la Nato. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha ricalcato la posizione del Cremlino sull’asse Kiev-Occidente, rimarcando la tesi di una vittoria della Russia senza sconti e senza compromessi: “I loro tentativi di isolarci stanno fallendo“.
Secondo il presidente Zelensky, le truppe russe starebbero perdendo sensibilmente la motivazione e il rischio di un crollo trasversale nel consenso starebbe provocando i nervi già tesissimi di Mosca.
Sull’altro piatto della bilancia peserebbe in modo importante la paura, da parte dei soldati di Mosca, delle conseguenze della ritirata.
Al momento non è noto quando scatterà il contrattacco di Kiev. L’idea, ribadita da Zelensky, sarebbe quella di liberare quanti più territori occupati dai russi e, anzitutto, la tanto dibattuta Crimea.
L’ipotesi è che il piano per la controffensiva si traduca in realtà a fine primavera, forse alle prime battute dell’estate.
Le speranze di concludere il conflitto sul campo nel breve termine, però, sarebbero ridotte al lumicino: Zelensky ha sottolineato infatti che la guerra potrebbe andare avanti ancora per mesi, anni, addirittura decenni, trasformandosi in un cancro strutturale nel cuore dell’Europa con il pericolo costante di un allargamento che potrebbe aprire a uno scenario da terza guerra mondiale.
Intanto a Sebastopoli, in Crimea, si è registrato un probabile attacco con drone che avrebbe visto un tank di carburante in fiamme.
Ad affermarlo è il governatore della provincia annessa alla Russia, Mikhail Razvozhayev, secondo cui l’incendio si sarebbe esteso a un’area di circa 1000 metri quadrati provocando una imponente nube nera.
Mentre in Crimea la tensione sarebbe salita esponenzialmente, complici le reciproche accuse di attacchi tra Mosca e Kiev, un missile si sarebbe abbattuto su un’area residenziale di Uman, nella centrale regione ucraina di Cherkasy, provocando una strage.
Si tratterebbe di un missile russo, riferiscono le agenzie, che avrebbe colpito questa mattina un edificio di nove piani con un bilancio drammatico: almeno 23 morti di cui 4 sarebbero bambini.
Sul posto diverse unità di soccorso, mentre anche la capitale Kiev sarebbe tornata sotto attacco.
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