Zerocalcare, Dimentica il mio nome: la trama del nuovo libro del fumettista romano

Zerocalcare torna in libreria con Dimentica il mio nome, una nuova graphic novel la cui trama racconta la storia familiare del giovane fumettista romano. Il libro, uscito il 16 ottobre per la Bao Publishing – e già tra i più venduti dell’ultima settimana – è il quinto volume a fumetti del talentuoso artista-scrittore che, tra autoironia, divertimento ed introspezione, racconta una storia che coinvolge tre generazioni: la sua, quella della nonna e quella della madre.

Dopo gli zombie di Dodici, dunque, Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, con Dimentica il mio nome torna decisamente alle origini e lo fa nel vero senso della parola. Il suo, infatti, è un racconto in disegni intimo e personale in cui alle situazioni paradossali e all’umorismo tipico dell’autore si affianca una delle storie più profonde e mature che abbia mai scritto, in cui però non mancano armadilli, Cavalieri dello Zodiaco e personaggi di Street Fighter.

Trama

La nonna di Zerocalcare, personaggio intorno al quale ruota l’intero racconto, è un’elegante e colta signora francese che con la demenza della vecchiaia finisce preda di oscure paure. Con la morte della donna, l’autore comincia a porsi una serie di domande, interrogandosi sulla sua infanzia e su quello che lo aspetta in età matura. Ma ciò che gli preme più di tutto è capire come c’è finita da Nizza a Rebibbia una donna raffinata come sua nonna, educata da una famiglia russa in esilio, che dipinge e suona il pianoforte. Perché la donna è giunta in Italia da sola con la sua bambina? E poi chi è tutta quella gente sconosciuta al suo funerale? Tutti quei nomi con cui la chiamano, la volpe che assiste dal fondo della chiesa, e quei mostri neri che vogliono ucciderla. Chi sono? A tutte queste domande cercherà di rispondere la madre che racconterà al figlio una storia inaspettata quanto sconvolgente.

Recensione

Tra interrogativi, ansie, paure e personaggi paradossali Zerocalcare costruisce il proprio vissuto in un mix di scene d’azione, di memorie e di rimandi al passato. Decisivo l’intervento della madre che con le sue rivelazioni illumina la memoria del figlio che, riflettendo su se stesso, si proietta, non senza dubbi ed incertezze, verso un’età più matura.
Con buona pace di chi definisce Dimentica il mio nome ‘semplicemente’ un fumetto, il volume non ha nulla da invidiare a qualsiasi altro buon libro, soprattutto per la narrazione, scorrevole e ritmata. Ma non solo: pur essendo suddiviso in capitoletti, il racconto risulta molto più coeso, rispetto ai lavori precedenti dell’autore, nonostante le digressioni e i continui flashback nel passato.
Com’è nello stile di Zerocalcare, anche in quest’ultima graphic novel sono tanti i riferimenti ai cartoni animati e ai videogiochi che, insieme a tanti nuovi mostri, danno vita ad una storia complessa ed avvincente, sospesa tra immaginazione e situazioni reali.
Dal punto di vista grafico l’autore conferma ancora una volta la sua grande abilità nel disegno, la cui maturazione – nelle inquadrature, nei tempi e nella scansione delle vignette – risulta ben evidente. Così come l’aspetto cromatico, che và oltre la funzione decorativa: il fumetto, infatti, è quasi del tutto in bianco e nero, tranne in alcuni punti in cui domina un unico colore, l’arancione. L’intento è quello di sottolineare il legame tra alcuni personaggi rendendo così il colore un elemento narrativo alla stregua del testo e dei disegni.

Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, è nato ad Arezzo nel 1983. Dopo una serie infinita di fumetti pubblicati su riviste amatoriali, locandine per concerti punk e diverse autoproduzioni negli ambienti dei centri sociali, nel 2011 pubblica per la Bao Publishing il suo primo libro La profezia dell’armadillo le cui prime due tirature, circa 12mila copie, sono andate esaurite già in prevendita. Nello stesso periodo vince il Gran Guinigi per la migliore storia breve al Lucca Comics & Games. Due anni dopo esce, sempre per la Bao, Ogni maledetto lunedì su due seguito, poco dopo, da un altro volume, Dodici, dedicato a Rebibbia, il quartiere romano dove vive. Sempre nel 2013 scrive con Valerio Mastandrea la sceneggiatura di un film ispirato alla prima graphic novel La profezia dell’armadillo.
Piccola curiosità: il nome d’arte Zerocalcare si ispira al refrain di un famoso spot televisivo.

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